
Emergono nuovi sviluppi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco nel 2007, che potrebbero gettare nuova luce sulle dinamiche del delitto. Un particolare sorprendente è la scoperta di tracce di nicotina nei capelli della vittima, un dato che solleva diversi interrogativi. Questo dettaglio è significativo perché suggerisce che Chiara potrebbe essere stata esposta al fumo per un lungo periodo, nonostante il principale sospettato, Alberto Stasi, non fosse un fumatore. La domanda che ora gli inquirenti si pongono è come mai tali tracce si siano trovate sui capelli di Chiara, considerando che non esistono prove che lei fosse direttamente coinvolta con il fumo. Questo elemento ha suscitato nuove speculazioni sulle circostanze precedenti l’omicidio.
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Nel frattempo, il gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha ordinato il confronto del DNA di Andrea Sempio con le tracce biologiche rinvenute nella villetta di via Pascoli, luogo del delitto. Un altro sviluppo significativo è rappresentato dalla testimonianza di un uomo che, dopo anni di silenzio, ha deciso di parlare. Il testimone, intervistato recentemente da Le Iene, ha rivelato di aver scelto di raccontare la sua versione solo ora, temendo inizialmente per la propria sicurezza. “Mi sento più libero? Sì, dopo diciott’anni mi sento meglio, sia emotivamente che personalmente. Lo faccio solo per quella ragazza, per gli altri non mi importa niente”, ha dichiarato, facendo riferimento a Chiara.
In passato, il testimone era stato molto reticente e aveva affermato di essere stato “ordinato di non dire nulla”. “Mi sono trovato coinvolto in una situazione seria e non volevo saperne niente, perché sapevo che non dovevo dire certe cose”, ha spiegato. Tuttavia, il suo racconto è stato finalmente trasmesso alle autorità, e ora sostiene: “Non si trattava di errori, ma di volontà. Un mese dopo il delitto avevo delle informazioni da condividere, ma non c’era la volontà di ascoltarmi”.
Un’altra testimonianza rilevante è stata riportata il 27 settembre dal quotidiano Libero, che ha intervistato Marco Muschitta, tecnico dell’Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa). Il 13 agosto 2007, la mattina dell’omicidio, Muschitta stava effettuando un controllo alle centrali dell’acqua a Garlasco, vicino alla casa di Chiara. Durante il suo lavoro, afferma di aver visto “una bicicletta che è uscita da una via laterale a sinistra rispetto al mio senso di marcia”. La bicicletta, a suo dire, andava “leggermente a zig zag”, come se il conducente stesse tenendo qualcosa di ingombrante nella mano destra. Muschitta ha poi aggiunto che la persona sulla bicicletta era una ragazza con capelli biondi a caschetto, occhiali da sole a mascherina e scarpe bianche con una stella blu. Secondo lui, la ragazza teneva un oggetto grigio, simile a un piedistallo da camino, con una pigna sopra.
A sorpresa, Muschitta ha dichiarato che la ragazza che aveva visto somigliava alla cugina di Chiara Poggi, Stefania Cappa. Tuttavia, in un colpo di scena, Muschitta ha ritrattato completamente la sua dichiarazione: “Mi sono inventato tutto quello che vi ho raccontato, sono stato uno stupido. Mi dispiace e non volevo farvi perdere tempo”, ha ammesso. Per questa ritrattazione, i giudici lo hanno definito un mitomane, e Muschitta è stato denunciato per calunnia da Stefania Cappa, ma successivamente assolto, poiché il fatto non sussisteva.
Questi nuovi sviluppi gettano luce su alcuni aspetti inquietanti e misteriosi del caso, ma la verità sull’omicidio di Chiara Poggi rimane ancora lontana dall’essere completamente svelata.