
Considerato uno dei pilastri ideologici dell’Unione europea, il Manifesto di Ventotene rappresenta una delle prime e più significative proposte per la costruzione di una federazione europea. Redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, questo testo visionario delineava un’Europa futura unita sotto un Parlamento e un Governo democratico con poteri reali in ambiti cruciali come l’economia e la politica estera.
Originariamente intitolato Per un’Europa libera e unita, il manifesto fu scritto durante il confino sull’isola di Ventotene, nel mar Tirreno, dove Spinelli e Rossi si trovavano per aver contrastato il regime fascista. Il documento fu successivamente diffuso grazie a figure come Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann e Ada Rossi, che riuscirono a farlo uscire clandestinamente dall’isola, rendendolo accessibile al dibattito pubblico.
Al centro del progetto vi era l’idea che solo una federazione sovranazionale, fondata su pace, libertà e democrazia, potesse evitare i disastri causati dai nazionalismi e garantire un futuro stabile al continente.
Altiero Spinelli: il padre del federalismo europeo
Figura chiave nella storia dell’integrazione europea, Spinelli dedicò la sua vita all’ideale federale. Nel 1943 fondò il Movimento federalista europeo e, negli anni successivi, partecipò attivamente a organizzazioni e istituzioni europee. Dal 1970 al 1976 fu membro della Commissione europea, e nel 1979 fu eletto al Primo Parlamento europeo. Morì nel 1986, lasciando un’eredità politica che ancora oggi ispira le istituzioni comunitarie.
I contenuti del Manifesto: un progetto politico e sociale
Il Manifesto si articola in quattro capitoli, ognuno dei quali affronta temi fondamentali per la costruzione di un nuovo ordine europeo.
- Nel primo capitolo, La crisi della civiltà moderna, si analizza il contesto storico in cui nacque il documento, indicando nelle forze progressiste l’unica speranza per la salvezza della civiltà europea.
- Il secondo capitolo, I compiti del Dopoguerra – L’unità europea, sottolinea che la semplice fine della guerra non avrebbe automaticamente portato alla nascita di un’Europa nuova. La vera sfida era superare gli stati nazionali sovrani e costruire un’unità politica duratura, fino a immaginare, in prospettiva, anche un’unità globale.
- Nel terzo capitolo, La riforma della società, emerge la necessità di una rivoluzione socialista che garantisca giustizia sociale, emancipazione delle classi lavoratrici e migliori condizioni di vita. Il testo propone interventi su proprietà privata, diritto di successione, diritti dei giovani, e l’accesso garantito a beni primari come vitto, alloggio e vestiario.
- Infine, il quarto capitolo, La situazione rivoluzionaria: vecchie e nuove correnti, propone la nascita di un nuovo partito rivoluzionario capace di superare i limiti dei partiti tradizionali, legati alla logica dello stato nazionale e incapaci di affrontare le sfide della società internazionale.
Un’eredità ancora attuale
Il Manifesto di Ventotene non è solo un documento storico, ma un progetto che continua a parlare al presente. Le sue parole finali – “La via da percorrere non è facile né sicura, ma deve essere percorsa e lo sarà” – restano oggi un messaggio di impegno e speranza per chi crede in un’Europa unita, democratica e solidale.