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Omicidio Saman Abbas, il padre in aula: “Penso siano stati lo zio e i cugini”

Pubblicato: 20/03/2025 14:52

Durante l’udienza del processo d’appello a Bologna sull’omicidio di Saman Abbas, i genitori della giovane hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, ribadendo la loro innocenza e prendendo le distanze dalle accuse che hanno portato alla loro condanna all’ergastolo in primo grado.
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Shabbar Abbas, padre della diciottenne scomparsa tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 a Novellara, ha dichiarato: “Il 29 aprile non è stato fatto niente da nessuno. Quello che è successo, è successo il 30, ma io non so, adesso, cosa sia successo e cosa sia stato fatto. Ho sentito Danish dire che erano presenti lui e gli altri due, quindi penso siano stati loro tre”.

Le parole di Shabbar si riferiscono allo zio di Saman, Danish Hasnain, e ai due cugini, tutti coinvolti nel processo. Mentre lui e la moglie sono stati condannati all’ergastolo, lo zio ha ricevuto una pena di 14 anni, mentre i due cugini sono stati assolti. Hasnain, nella scorsa udienza, aveva affermato di aver trovato il corpo della ragazza già privo di vita e di aver solo aiutato a seppellirlo.

In aula, anche la madre di Saman, Nazia Shaheen, ha preso la parola tra le lacrime: “Non sono stata io a uccidere mia figlia. Io sembro essere in vita, ma in realtà mi sento morta e passerò la mia vita piangendo. Ho insistito per tornare in Italia e dire la verità. Non riesco a dimenticarla, ho sempre il suo ricordo”.

Rievocando la sera del 30 aprile 2021, la donna ha raccontato: “Siamo usciti insieme, ho visto Saman che si incamminava molto velocemente. Poi l’ho vista sparire”. Ha anche aggiunto che la figlia esprimeva il desiderio di tornare in comunità, mentre i genitori cercavano di farle cambiare idea. Sopraffatta dall’emozione, ha poi chiesto di sospendere l’udienza.

Shabbar Abbas ha ribadito la versione dei fatti già espressa in primo grado: “Come ha detto mia moglie, noi uscimmo di casa, lei (Saman) andò sulla strada, era buio, non abbiamo visto nulla”. Ha inoltre ricordato che quella sera la ragazza aveva fatto una chiamata dal bagno, chiedendo a qualcuno di venire a prenderla. “Pensavo fosse il ragazzo con cui stava, così chiamai Danish per dirgli di trovarsi lì e dargli una lezione, ma di non esagerare”.

Secondo il padre, dopo essere uscito per controllare la situazione, non avrebbe visto né sentito nulla. La mattina successiva, avrebbe chiesto a Danish se avessero effettivamente incontrato il giovane, ricevendo una risposta negativa. Poco dopo, la famiglia ha lasciato l’Italia per il Pakistan.

Le dichiarazioni dei genitori continuano a essere al centro del dibattito processuale, mentre la vicenda di Saman Abbas resta uno dei casi più controversi degli ultimi anni.

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Ultimo Aggiornamento: 20/03/2025 15:18

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