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Europeismo, Tajani shock: “Il governo è pro Ue, sennò uscirei”

Pubblicato: 20/03/2025 19:44

Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia e vicepremier, ha ribadito con forza il suo impegno per un’Italia saldamente ancorata ai valori europei. A Bruxelles, a margine del prevertice del Partito Popolare Europeo (Ppe), Tajani ha dichiarato: “Se questo governo non fosse a favore dell’Europa, non ne farei parte”, sottolineando il ruolo di Forza Italia come garante della vocazione europeista dell’esecutivo.

Le sue parole giungono in un momento di forte dibattito sul rapporto tra Italia e Unione Europea, acuito dalle polemiche scaturite ieri alla Camera dei Deputati.

Meloni e il Manifesto di Ventotene: scoppia la bagarre in Aula

Ieri, la premier Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera, infiammando il dibattito con un discorso in cui ha criticato apertamente alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, testo fondante dell’Unione Europea, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. “Non è la mia Europa”, ha dichiarato Meloni, scatenando proteste vibranti dalle opposizioni, soprattutto dal Pd, tanto che la presidenza è stata costretta a sospendere la seduta per ben due volte.

Meloni ha contestato specifici estratti del documento, sottolineando, con toni sarcastici e critici, la distanza tra i principi espressi nel Manifesto e la sua visione dell’Europa. “Spero che chi richiama il Manifesto non l’abbia mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”, ha detto la premier, prima di citare i passaggi più controversi: “La rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista”, commentando con un ironico “e fino a qui vabbè”. Ha poi proseguito: “La proprietà privata deve essere abolita, limitata…”, e ancora, “La politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, arrivando a citare il concetto di “dittatura del partito” per la formazione di una nuova democrazia.

Le reazioni e il dibattito interno alla maggioranza

Le dichiarazioni della premier hanno provocato un’ondata di critiche. Il Pd e altre forze di opposizione hanno accusato Meloni di travisare il significato storico del Manifesto e di utilizzare toni divisivi che rischiano di minare il dibattito politico. All’interno della maggioranza, le posizioni si differenziano: mentre la premier punta a una revisione critica dei principi fondanti dell’Ue, il vicepremier Tajani ribadisce l’importanza di mantenere un dialogo costruttivo con le istituzioni europee, essenziale per affrontare le sfide globali.

Un’Europa al centro dello scontro politico

La distanza tra la linea critica espressa da Meloni e l’approccio più moderato di Forza Italia mette in evidenza le tensioni interne alla coalizione di governo. Da un lato, la premier sembra voler ridefinire i rapporti con l’Unione Europea, dall’altro Tajani sottolinea la necessità di preservare il ruolo dell’Italia come partner affidabile in Europa. Questo confronto si inserisce in un momento cruciale per l’Ue, con l’Italia chiamata a giocare un ruolo di primo piano tra sfide economiche, energetiche e geopolitiche.

Tajani: “Se il governo non fosse a favore dell’Europa, non ne farei parte”

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