
Roberto Benigni ha portato in scena il suo “Sogno”, una lectio magistralis sull’unità europea e contro i nazionalismi, andata in onda su Raiuno e trasmessa in Eurovisione. Un evento che ha richiesto un budget di circa un milione di euro, destinato quasi interamente alla Melampo, la casa di produzione dell’attore e della moglie Nicoletta Braschi.
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Un evento essenziale ma di grande impatto
Lo spettacolo, realizzato nel teatro 9 degli Studi De Paolis, si è svolto su un palco vuoto con uno sfondo arancione. Senza immagini né aiuti visivi, Benigni ha parlato per due ore con il solo potere della parola, definendosi un “estremista europeista”. Il compenso non è risultato sproporzionato rispetto ai grandi show del sabato sera e al prestigio del premio Oscar.
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Ascolti buoni, ma non un boom
Lo spettacolo ha raccolto circa 4,4 milioni di spettatori, con il 28% di share, vincendo la serata televisiva ma senza raggiungere i numeri record delle precedenti apparizioni dell’attore.
La coincidenza con la polemica su Giorgia Meloni
L’eco dello spettacolo è stata amplificata dalla coincidenza con il dibattito parlamentare sulle parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che aveva citato il Manifesto di Ventotene scatenando la reazione delle opposizioni. Nonostante il riferimento sembrasse una risposta diretta alla premier, i produttori assicurano che il discorso era stato preparato da otto mesi.
Un lavoro di squadra per uno spettacolo studiato nei dettagli
Benigni ha ripercorso tremila anni di storia, dalla Magna Carta alla Rivoluzione francese, fino all’Erasmus e all’idea di un esercito comune europeo. Il testo è stato scritto con Michele Ballerin e Stefano Andreoli, la regia affidata a Stefano Vicario, mentre le musiche – compresa la marcia d’apertura – sono del premio Oscar Nicola Piovani.