
Dopo le polemiche scaturite dall’episodio avvenuto sabato 22 marzo, durante la presentazione del suo ultimo libro, l’autore ha deciso di intervenire per spiegare la sua versione dei fatti.
“Ritengo sia arrivato il momento di chiarire alcune cose”, ha dichiarato, riferendosi al gesto compiuto nei confronti di una giornalista presente all’evento. “Fa parte della mia gestualità familiare”, ha spiegato, sottolineando di essersi reso conto solo successivamente, guardando le riprese, di aver riprodotto in un contesto inappropriato un movimento abituale. “Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio”, ha ammesso, precisando però che dalle immagini e dall’audio risulta evidente che non vi fosse alcuna intenzione di aggressione o intimidazione.
Una riflessione più ampia
L’accaduto ha spinto l’autore a una considerazione più generale: “Penso sia un diritto di ciascuno, indipendentemente dal ruolo ricoperto nella vita, poter difendere la propria storia e onorabilità”. Ha poi evidenziato come, nell’era digitale, il rischio della strumentalizzazione e della derisione sia ormai dilagante, amplificato dalla velocità con cui le informazioni si diffondono sul web.
“Come se un’intera vita non contasse, come se il futuro non esistesse”, ha concluso, lasciando intendere che quanto accaduto rappresenti per lui non solo un episodio isolato, ma un sintomo di un problema più ampio legato alla comunicazione e alla percezione pubblica.