
La struttura dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce mostra segni di grave deterioramento: i pilastri portanti si sgretolano e il cemento cade a pezzi sui marciapiedi, sotto gli occhi di passanti e pazienti. Un problema che solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla manutenzione della principale struttura sanitaria del Salento.
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Allarme sicurezza: pilastri deteriorati e infiltrazioni
Secondo esperti del settore, le condizioni attuali richiedono interventi immediati per mettere in sicurezza l’edificio, prima ancora di avviare verifiche più approfondite sul grado di deterioramento dei pilastri. L’ingegnere Daniele De Fabrizio, membro del direttivo nazionale della Fondazione Intercassa, sottolinea la necessità di agire subito:
«Occorre puntellare le aree a rischio per evitare distacchi improvvisi dei copriferri dovuti al degrado strutturale avanzato».
De Fabrizio, ex presidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri di Lecce, ricorda come le segnalazioni sullo stato dell’ospedale siano arrivate alla direzione generale della Asl già da anni, senza però ottenere risposte concrete.
Il problema della manutenzione e la denuncia degli esperti
Il degrado interessa non solo i pilastri visibili all’esterno, ma anche quelli situati nei livelli sotterranei dell’ospedale, fino ai piani -1 e -2. Qui si registrano infiltrazioni d’acqua, pareti fessurate e una pavimentazione sollevata che rappresenta un rischio per il personale di manutenzione.
«L’acciaio presente nei pilastri si è ossidato, causando il distacco delle parti cementizie esterne», spiega De Fabrizio. «Questi segnali non vanno sottovalutati, soprattutto se accompagnati da fessure e distacchi visibili».
Nel piano interrato è stato segnalato anche un enorme deposito di documentazione in un ambiente umido e polveroso, mentre un quadro elettrico appare esposto a infiltrazioni e muffe.
Trascuratezza e mancati interventi
Tra calcinacci ridotti in polvere, intonaci scrostati e tentativi di rattoppo maldestri, la situazione dell’ospedale Vito Fazzi appare critica. L’assenza di una programmazione efficace delle verifiche tecniche e la mancata risposta alle segnalazioni lasciano aperta la questione: chi interverrà per garantire la sicurezza di pazienti e operatori?