Si accende il dibattito politico sulla cittadinanza, con un confronto acceso tra esponenti della Lega e Forza Italia. Al centro della polemica, la proposta del governo che introduce nuove restrizioni per i discendenti degli italiani emigrati all’estero, spesso originari di Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, regioni di forte tradizione cattolica. Parallelamente, si discute sulla possibilità di concedere la cittadinanza a giovani immigrati di religione islamica.
Le dichiarazioni della Lega
Il deputato veneto Dimitri Coin ha espresso il suo dissenso: “Incredibile ci si preoccupi più dei nostri bisnonni. In Aula saranno doverosi dei correttivi”. Una posizione condivisa dal collega Graziano Pizzimenti, che ha dichiarato che la proposta sarà oggetto di modifiche durante il passaggio parlamentare.
La replica di Forza Italia
Dalla parte opposta, il portavoce di FI, Raffaele Nevi, ha risposto alle critiche leghiste: “Stupisce che i deputati della Lega dicano cose diverse rispetto a quello che hanno votato i loro stessi ministri in Consiglio dei ministri. Questa norma è sacrosanta e urgente per contrastare truffe e violazioni legate alla cittadinanza, che va meritata e non regalata“. Nevi ha inoltre ribadito l’importanza dello “ius Italiae” come obiettivo strategico: “Speriamo si ragioni tutti insieme su una proposta molto importante”.
Uno scenario politico complesso
La questione della cittadinanza resta un terreno di scontro interno alla maggioranza, tra chi punta a rafforzare i legami con la diaspora italiana e chi privilegia un approccio più inclusivo verso gli immigrati di seconda generazione. Il dibattito si sposterà ora in Parlamento, dove si attendono possibili modifiche alla proposta originaria.
