
Il tentativo di Donald Trump di mettere le mani sulle terre rare ucraine si è scontrato con il muro eretto da Volodymyr Zelensky. Dopo settimane di negoziati e un durissimo faccia a faccia nello Studio Ovale, i rapporti tra Washington e Kiev sono precipitati, riportando i colloqui al punto di partenza.
Inasprite le condizioni
A far deragliare tutto è stata la nuova bozza inviata da Trump, che – secondo quanto rivelato dal Financial Times – rappresenta un netto inasprimento delle condizioni. In 55 pagine, il presidente americano avrebbe chiesto non solo la restituzione dei fondi stanziati dall’amministrazione Biden durante i tre anni di guerra contro la Russia, ma anche il controllo diretto delle infrastrutture strategiche e delle risorse naturali dell’Ucraina.
Il cuore della proposta ruoterebbe attorno a un fondo di investimento gestito dagli Stati Uniti: tre membri americani contro due ucraini, controllo esclusivo sui profitti finché Kiev non avrà rimborsato tutto il prestito, maggiorato da un interesse annuo del 4%.
Kiev: “Documento sbilanciato”
Zelensky ha confermato di aver ricevuto formalmente la nuova proposta, sottolineando la posizione unitaria del proprio governo. Nessun dettaglio ufficiale è stato fornito, ma fonti ucraine parlano di un documento “fortemente sbilanciato” e “non firmabile in alcun modo”. Tra le critiche più dure, quelle di Yaroslav Zhelezniak, figura di spicco dell’opposizione: «Ci sono zero possibilità che l’accordo venga accettato così com’è».
Parlamentari ucraini parlano apertamente di “rapina” e accusano Trump di voler trasformare l’Ucraina in una “colonia americana”. Giovedì, durante una visita a Parigi, Zelensky aveva avvertito: «Trump cambia continuamente i termini dell’intesa», ribadendo però la disponibilità a trattare, «senza dare l’idea che l’Ucraina sia ostile agli Stati Uniti».
La tensione è altissima anche a livello internazionale. Mentre Putin parla di piani “seri” da parte degli USA per annettere la Groenlandia, l’Europa prova a rinsaldare i legami con Kiev: Macron ha ricevuto Zelensky all’Eliseo, mentre Meloni partecipa al vertice dei “volenterosi” per rafforzare le basi in Romania.
In questo scenario in rapido mutamento, resta un punto fermo: l’Ucraina non intende cedere la propria sovranità in cambio di aiuti economici. E la “proposta Trump” rischia di spaccare definitivamente l’asse tra Washington e Kiev.