
Il piccolo paese della provincia di Pavia, Garlasco, noto per l’omicidio di Chiara Poggi, continua a far discutere per una serie di suicidi sospetti avvenuti negli anni successivi al delitto del 2007. Nessun legame è mai stato confermato tra questi episodi, ma il numero e le circostanze delle morti lasciano aperti molti interrogativi.
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Il caso di Giovanni Ferri e gli altri suicidi
Tre anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il 23 novembre 2010, venne trovato morto l’88enne Giovanni Ferri, in via Mulino, a poco più di un chilometro dalla villetta della famiglia Poggi. Secondo alcune voci, l’uomo potrebbe aver visto qualcosa la mattina del delitto, ma nessuna prova lo ha mai confermato. Il caso fu archiviato come suicidio, nonostante alcune incongruenze.
Negli anni successivi, altri giovani si tolsero la vita in circostanze simili. Nel 2016, un ragazzo si impiccò dopo aver condiviso su Facebook una frase della canzone La verità dei Club Dogo: “La verità sta nelle cose che nessuno sa, la verità nessuno mai te la racconterà”.
L’avvocata Giada Bocellari, che difese Alberto Stasi, ha cercato di ricostruire con Fanpage il contesto della vicenda, incappando in una serie di morti inspiegabili: “Mi sono imbattuta in quattro suicidi successivi al 2007: il primo nel 2010, poi uno nel 2011 e altri due nel 2015 e 2016. Tutti a Garlasco”.
Indagini e domande senza risposta
Tra i casi analizzati, quello del 2010 appare particolarmente anomalo: “Un uomo anziano trovato morto con i polsi tagliati e la gola recisa, senza il coltello accanto al corpo”. Per quanto riguarda gli altri tre casi, si tratta di giovani che, secondo alcune fonti, si conoscevano tra loro e facevano parte della stessa compagnia. Due si impiccarono, mentre uno si gettò da un acquedotto.
L’avvocata Bocellari ha sottolineato come in un paese così piccolo sia insolito un numero così alto di suicidi tra persone collegate tra loro: “Non so se ci sia un nesso tra questi episodi e l’omicidio di Chiara Poggi. Il dato oggettivo è che ci sono stati diversi suicidi a Garlasco e ho cercato di capire chi fossero questi ragazzi e i loro legami”.
Nessuna prova ha mai dimostrato un collegamento con il delitto del 2007, ma la serie di morti sospette resta un enigma irrisolto che continua ad alimentare dubbi e speculazioni.