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Ora legale, cosa può succedere nella settimana successiva: dagli incidenti d’auto all’infarto

Pubblicato: 30/03/2025 10:53
ora legale settimana successiva

Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, l’Italia ha salutato l’ora solare, spostando le lancette avanti di sessanta minuti. Alle 2:00, gli orologi sono passati direttamente alle 3:00, riducendo il sonno di un’ora ma regalando giornate più lunghe grazie alla maggiore luce naturale. L’ora legale rimarrà in vigore fino a domenica 26 ottobre 2025, quando si tornerà all’orario invernale.
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Benefici energetici e risparmio economico

L’adozione dell’ora legale risale alla Prima guerra mondiale, quando fu introdotta per risparmiare energia sfruttando al massimo la luce naturale. Secondo Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, nei sette mesi di ora legale si stima un risparmio di circa 330 milioni di kWh, pari al consumo annuo di oltre 125 mila famiglie. Questo si traduce in un vantaggio economico di 100 milioni di euro e in una riduzione di 160 mila tonnellate di CO₂ emesse nell’atmosfera.

Impatti sulla salute: sonno e rischi cardiovascolari

Nonostante i benefici economici e ambientali, il cambio d’orario può influire negativamente sui ritmi circadiani. Secondo Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), l’adattamento all’ora legale può provocare disturbi del sonno, problemi di concentrazione e variazioni dell’umore, incidendo sulle prestazioni lavorative e scolastiche.

Uno studio dell’Università di Stoccolma ha rilevato un aumento del 4% degli infarti cardiaci nella settimana successiva al cambio d’ora. Inoltre, ricerche internazionali evidenziano un incremento degli incidenti stradali e sul lavoro, oltre a un possibile aumento del rischio suicidario nelle settimane successive.

L’Unione Europea e il dibattito sull’abolizione

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha discusso l’abolizione del cambio tra ora solare e legale. Nel 2018, una consultazione pubblica con 4,6 milioni di cittadini aveva visto l’84% favorevole a eliminare la modifica semestrale dell’orario. Il Parlamento europeo, nel 2021, ha votato a favore della soppressione, ma il Consiglio UE non ha trovato un accordo tra i paesi membri.

La frattura principale è tra gli Stati nordici, che preferirebbero un orario fisso per via delle forti variazioni di luce stagionale, e quelli mediterranei, come l’Italia, che traggono maggiore beneficio dall’ora legale. Per ora, l’abolizione resta un tema irrisolto, ma il dibattito potrebbe riaccendersi nei prossimi mesi.

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