
Si è spento venerdì 28 marzo, nella sua città natale, Vittorio Orsenigo, regista, scrittore, pittore e fotografo. Nato a Milano il 5 agosto 1926, aveva 98 anni.
Leggi anche: E’ morto Pietro Genuardi, attore di ‘Centovetrine’ e ‘Il paradiso delle signore’
Dagli studi alla regia teatrale
Appartenente a una famiglia di industriali milanesi di origini comasche, Orsenigo aveva inizialmente intrapreso gli studi alla Università Bocconi, che abbandonò per dedicarsi all’azienda paterna fino agli anni Novanta. Tuttavia, il suo legame con il mondo artistico si sviluppò fin dal Dopoguerra, quando, su invito di Elio Vittorini, iniziò a curare un ciclo di letture alla Casa della Cultura.
Nel 1950 debuttò al Piccolo Teatro sotto la guida di Paolo Grassi, che affidò alla sua regia opere come Ubu Roi di Alfred Jarry e Le mammelle di Tiresia di Guillaume Apollinaire. In questo periodo conobbe il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi, che realizzò per lui scenografie e costumi.
L’arte e la scrittura
Negli anni Ottanta, Orsenigo si dedicò con maggiore impegno all’arte concettuale, esponendo a Milano nel 1981 con un catalogo curato da Achille Bonito Oliva e successivamente, nel 1985, a Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Collaborò e condivise spazi espositivi con artisti come Arnaldo Pomodoro, Agenore Fabbri, Bruno Munari, Enrico Baj e Piero Manzoni.
Parallelamente, si dedicò alla scrittura. Sebbene avesse iniziato a pubblicare negli anni Cinquanta, la maggior parte delle sue opere uscì in tarda età. Tra i suoi libri più noti figurano Storie zoppe (Manni, 1995), Settore editoriale (Archinto, 2001), Lettere a Giuseppe Pontiggia (Archinto, 2006), L’uccellino della radio (Gaffi, 2008) e Giro del mondo (Archinto, 2021).
Fu anche traduttore e curatore editoriale per Sellerio e Archinto, con un’attenzione particolare all’opera di Guillaume Apollinaire.