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Altro che clima e guerra: arriva il sondaggio che dice la verità sulle paure dei giovani

Pubblicato: 31/03/2025 13:45

Mentre nel dibattito pubblico si continua a insistere su temi come la crisi climatica e le guerre culturali, i giovani sembrano avere ben altre preoccupazioni. Non sono ignari dei grandi temi globali, ma le loro ansie quotidiane parlano una lingua molto diversa.

Il sondaggio recentemente pubblicato dal John Smith Centre dell’Università di Glasgow, nell’ambito del UK Youth Poll 2025, ha messo in evidenza una verità scomoda per chi, soprattutto nel campo della politica “woke”, insiste sul fatto che i giovani siano impegnati principalmente su temi di identità di genere o sulla salvaguardia dell’ambiente.

Le preoccupazioni finanziarie (37%), le pressioni lavorative (23%) e la precarietà del lavoro (20%) sono, infatti, i primi tre fattori che, secondo il sondaggio, contribuiscono a far sentire ansiosi o tesi i ragazzi tra i 16 e i 29 anni. Solo successivamente si collocano le problematiche legate ai social media (14%) e, molto più lontano, i cambiamenti climatici (10%).

Una realtà che le politiche degli ultimi anni non hanno saputo cogliere, continuando a ignorare le paure quotidiane della generazione Z, spostando l’attenzione su battaglie ideologiche che, per quanto rilevanti, appaiono sempre più distanti dalla vita concreta di chi cerca solo di sbarcare il lunario.

Il futuro delle nuove generazioni: al centro la politica economica

Per quanto la crisi climatica e le battaglie culturali siano legittime e necessarie, non possono e non devono assorbire tutto il dibattito politico. I giovani non chiedono di essere lasciati soli con un mondo che sta crollando sotto il peso di disuguaglianze economiche e lavorative.

Il precariato, l’incertezza sul futuro e l’impossibilità di accedere a una prospettiva di carriera stabile sono realtà problemi molto più urgenti per milioni di ragazzi, che vedono i loro sogni travolti dalla brutalità di un sistema economico che premia l’accumulazione del capitale e non la creazione di opportunità per le nuove generazioni.

Non è un caso che, tra le differenze generazionali, quelle interne alla generazione Z siano le più marcate. La classe sociale, l’istruzione e il genere influenzano enormemente le opinioni e le paure dei giovani. Quello che emerge dal sondaggio è un dato fondamentale: l’ansia per le finanze è un tema condiviso da quasi tutti, indipendentemente dalla provenienza o dal livello di istruzione.

Questo dimostra come l’economia sia la vera causa delle ansie e delle difficoltà quotidiane. Non è una guerra culturale a minacciare la loro serenità, ma la lotta per la sopravvivenza in un mondo che spesso non lascia spazio per sognare.

La Generazione Z e la Democrazia: un futuro incerto

Anche se la generazione Z appare coinvolta nelle discussioni politiche – con il 57% che difende la democrazia contro il 27% che preferirebbe un governo autoritario – la sua fiducia nelle istituzioni democratiche è fragile. Il 63% dei giovani crede che la democrazia nel Regno Unito sia in difficoltà, segno di un crescente scollamento tra le politiche attuate e le reali esigenze di una generazione che non si sente più rappresentata.

Questi dati mettono in luce una verità che i partiti politici faticano a capire: l’opinione pubblica giovanile è fluida e sempre più distante dalle ideologie tradizionali, ma è anche un terreno fertile per populismi che promettono risposte rapide, senza però mai affrontare davvero il cuore del problema: la disuguaglianza economica.

I giovani e la politica: tra attivismo e disillusione

Anche se la maggior parte dei giovani si considera politicamente moderata, il sondaggio rivela una netta divisione tra i giovani uomini di destra, che sono l’unico segmento della generazione Z favorevole alla dittatura, e i giovani più moderati che ancora credono nel sistema democratico, ma non sono disposti a lasciare che sia l’ideologia a prevalere sulle necessità reali.

La crescita del populismo di destra è un sintomo di una disillusione che non può essere ignorata: il sistema sta fallendo e i giovani non si sentono rappresentati da chi continua a spostare il dibattito su temi astratti, mentre il loro futuro è messo a rischio dalla precarietà economica.

Un futuro senza speranza? No, ma serve un cambiamento

Ciò che emerge dal sondaggio è chiaro: le politiche attuali hanno fallito nel dare risposte concrete ai giovani, concentrandosi troppo su battaglie ideologiche che non toccano la loro vita quotidiana. Non è più tempo di parlare di guerra culturale o di spostare il focus su temi lontani dalla realtà.

I giovani hanno bisogno di stabilità, di opportunità di lavoro e di un sistema economico che non li penalizzi continuamente. Solo così si potrà ripristinare un rapporto di fiducia tra le nuove generazioni e la politica. La sfida, ora, è rispondere ai bisogni concreti di chi vive nel presente e non può permettersi il lusso di ignorare la realtà che ogni giorno si impone con prepotenza.

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