
Il tribunale di Parigi ha emesso oggi una sentenza contro Marine Le Pen e altri otto eurodeputati, condannati per appropriazione indebita di fondi pubblici. Sebbene le condanne non siano ancora state rese pubbliche, le implicazioni legali e politiche di questa decisione sono significative. Il rischio per gli accusati è di cinque anni di reclusione, di cui tre con la condizionale, una multa di 300 mila euro e soprattutto cinque anni di ineleggibilità, con esecuzione immediata.
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Questa sentenza riguarda il processo per gli impieghi fittizi al Parlamento europeo, in cui Marine Le Pen è accusata di aver utilizzato fondi destinati a pagare gli assistenti parlamentari europei del suo partito, il Rassemblement national (ex Front national), per finanziare invece il lavoro di assistenti che operavano in Francia. L’azione risale al periodo tra il 2004 e il 2016, quando gli assistenti non lavoravano effettivamente a Strasburgo o Bruxelles, ma per il partito in patria.
Le Pen si prepara a una possibile successione di Bardella
La condanna arriva in un momento cruciale per Marine Le Pen e il suo partito. Consapevole dell’importanza di questa decisione, la leader del Rassemblement national ha rilasciato dichiarazioni in cui ha evocato per la prima volta la possibilità che Jordan Bardella, attuale presidente del partito, possa essere il candidato alle elezioni presidenziali del 2027. “Jordan ha la capacità di essere presidente della Repubblica”, ha dichiarato Le Pen, mettendo in evidenza la potenziale successione nel caso di ulteriori ostacoli legali o politici.
Il processo e le implicazioni politiche
Nel 2014, il Parlamento europeo aveva già segnalato i sospetti di impieghi fittizi da parte del Front national, poi rinominato Rassemblement national. Il lungo processo ha portato alle attuali accuse contro Marine Le Pen, che ha ripetutamente negato ogni illecito. “Con l’esecuzione provvisoria, i giudici hanno il diritto di vita o di morte sul nostro movimento”, ha commentato recentemente la leader del partito in un’intervista a La Tribune, mostrando la consapevolezza del rischio che corre il suo movimento politico.
Le opzioni legali e l’incertezza sulle elezioni presidenziali
A seguito della condanna, è scontato che Marine Le Pen presenterà ricorso in appello. Considerati i tempi giudiziari, è probabile che il secondo processo si terrà non prima di un anno, con una decisione attesa per l’autunno del 2026, a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Nel frattempo, la condanna potrebbe rendere Le Pen ineleggibile, interrompendo così il suo cammino verso la candidatura presidenziale.
Nonostante le difficoltà legali, il vicepresidente del Rassemblement national, Louis Aliot, ha dichiarato che la situazione non indebolirà il partito, che continuerà a lottare per la vittoria alle prossime elezioni. Aliot stesso rischia una condanna nello stesso processo, ma ha sottolineato che la vicenda non fermerà la determinazione del movimento.
La sentenza del tribunale di Parigi segna un momento cruciale nella carriera politica di Marine Le Pen e nel futuro del Rassemblement national. Mentre si prepara al ricorso in appello e affronta l’incertezza legale, la politica francese si appresta a seguire con attenzione l’evoluzione di questo caso, che potrebbe avere ripercussioni dirette sulle elezioni presidenziali del 2027.
Le Pen: “Siamo innocenti”
Marine Le Pen ha voliuto commentare la sentenza dichiarando che “lo Stato di diritto è stato totalmente violato dalla decisione, poiché il magistrato ha impedito il ricorso”. Ritiene di “avere fiducia nella capacità di una corte d’appello di analizzare questo caso con neutralità e scoprire che in realtà non avevamo nulla da rimproverarci”. La condanna – ha tenuto a sottolineare – non segna “in alcuna maniera, forma o modo” un ritiro dalla vita politica.