
Un episodio di violenza è avvenuto a Torino, dove un uomo ha puntato una pistola alla testa di un medico del 118 che stava intervenendo per un malore di una donna di 83 anni. La situazione è degna di nota per la gravità della minaccia e per l’atteggiamento del figlio della paziente, che avrebbe intimato al medico: “Se non salvi mia madre ti ammazzo”.
Leggi anche: Bill Gates: “Tra 10 anni medici e insegnanti non serviranno più: ecco perché”. La profezia
Il fatto si è verificato all’interno di un’abitazione delle case popolari di corso Grosseto, dove i sanitari erano giunti per soccorrere l’anziana, che soffre di problemi cardiaci. Quando sono entrati nell’appartamento, i medici si sono trovati di fronte a una scena inquietante. La donna era riversa sul divano e subito sono state lanciate minacce nei confronti del personale sanitario.
La minaccia alla vita del medico
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, mentre il medico era di spalle, il figlio della donna ha estratto una pistola e gliel’ha puntata alla nuca. La scena è stata osservata dal infermiere, che, spaventato, non ha reagito. Fortunatamente, l’arrivo dei carabinieri ha evitato il peggio: l’uomo, vedendo le forze dell’ordine, ha cercato di nascondere l’arma nei pantaloni.
La denuncia e il ruolo del sindacato
L’episodio è stato denunciato dal sindacato degli infermieri Nursind, che ha sottolineato la gravità della situazione. “Un equipaggio del sistema di emergenza territoriale, impegnato nel tentativo di rianimare una donna, è stato minacciato con armi da fuoco dai familiari”, si legge nella nota del sindacato. L’intervento dei carabinieri, arrivati con quattro pattuglie, ha evitato una tragedia. La denuncia è emersa solo alcuni giorni dopo grazie alle voci tra i colleghi, poiché il personale sanitario non aveva segnalato l’incidente.
Il problema della sicurezza degli operatori sanitari
Dal sindacato Nursind è arrivata anche una riflessione sulle norme di sicurezza ancora insufficienti per proteggere gli operatori sanitari durante le emergenze. “Sono ancora disattese le norme in materia di sicurezza”, hanno concluso, evidenziando la necessità di maggiore tutela per chi lavora in prima linea.
Nel frattempo, la donna è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Maria Vittoria, con l’aiuto di un secondo equipaggio del 118, che è intervenuto per assistere nel trasporto della paziente. Durante il tragitto, l’infermiere ha confermato quanto accaduto: “Dottore, mentre lei era di spalle, aveva una pistola alla nuca”. L’episodio rimane sotto inchiesta, ma evidenzia il crescente problema della violenza contro il personale sanitario.