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Trump e Putin, partita aperta? Tra potere, terre rare e pace: i 4 scenari della guerra

Pubblicato: 02/04/2025 07:28

Gli Stati Uniti negoziano, la Russia prende tempo, l’Ucraina resiste e l’Europa, almeno per ora, resta a guardare. Tra diplomazia sotterranea e interessi strategici, il conflitto entra in una fase cruciale. Mosca ha gelato le speranze di una tregua definendo “inaccettabili” le proposte americane, smorzando così l’ottimismo nato dai recenti contatti con Washington.

A spingere per un cambio di rotta è il presidente Usa Donald Trump, che si propone come mediatore e garante di una futura pace. Tuttavia, un possibile asse Trump–Putin, pur potendo favorire una pausa nei combattimenti, si scontra con equilibri fragili e interessi divergenti. La Russia punta a consolidare le conquiste territoriali e a influenzare il destino politico dell’Ucraina. Washington, invece, preme per mettere le mani su risorse strategiche ucraine, terre rare in primis, e valuta una riduzione dell’impegno militare in vista delle elezioni di novembre. L’Unione Europea, pur schierata a sostegno di Kiev, fatica a mostrarsi compatta e teme di ritrovarsi, prima o poi, in prima linea.

Trump insiste: “Posso fermare la guerra in 24 ore”. Tuttavia, la sua idea di pace non passa necessariamente dalla vittoria dell’Ucraina, quanto da una riduzione del coinvolgimento statunitense e dalla difesa degli interessi economici strategici. Tra i dossier più sensibili quello delle terre rare: materiali fondamentali per tecnologie avanzate, presenti in grandi quantità nel sottosuolo ucraino. Gli Usa spingono per firmare un accordo con Zelensky, ma l’intesa sembra assai sbilanciata a favore di Trump. Quest’ultimo, tra l’altro, non ha mai chiesto a Putin un ritiro completo dalle zone occupate. Il suo modello sembra piuttosto quello del congelamento del conflitto, con un cessate il fuoco che stabilizzi la situazione sul campo senza alterare troppo gli equilibri. Una soluzione che fa comodo a Mosca, ma lascia Kiev debole.

Per Vladimir Putin, la parola “tregua” ha senso solo se implica il riconoscimento dei territori conquistati: Donbass, Zaporizhzhia, Kherson e, naturalmente, la Crimea. Nessun arretramento, nessuna concessione. Al contrario, Mosca vuole consolidare la nuova mappa del conflitto e, se possibile, influenzare il quadro politico ucraino, con l’obiettivo, neanche troppo velato, di favorire un governo più accomodante a Kiev. Dal punto di vista del Cremlino, le proposte americane ignorano le “vere cause” della guerra: la sicurezza della Russia, il ruolo della NATO e la neutralità dell’Ucraina.

L’Unione Europea resta al fianco di Kiev, ma senza una strategia unitaria. Da un lato, i Paesi baltici e la Polonia spingono per una linea dura contro Mosca; dall’altro, Germania e Francia procedono con cautela, bilanciando il sostegno all’Ucraina con il timore di un’onda nera della destra nelle urne. Ma un segnale forte è arrivato da Berlino: la storica decisione di dispiegare, entro il 2027, una brigata permanente in Lituania, a ridosso del confine bielorusso e vicino alla strategica Kaliningrad. È la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che la Germania stanzia truppe in pianta stabile all’estero. Nel resto dell’Europa cresce l’ansia: Bruxelles è consapevole di trovarsi in una posizione vulnerabile.

Quali sono gli scenari futuri? Sostanzialmente quattro: tregua e status quo congelato (Trump e Putin raggiungono un accordo su una tregua, ma senza risolvere davvero il conflitto. Mosca mantiene i territori occupati, mentre Kiev è costretta ad accettare una pace fragile e provvisoria. È lo scenario più realistico nel breve termine); escalation mirata, poi negoziato (Putin alza la pressione militare per guadagnare terreno prima di sedersi al tavolo); Occidente spaccato, guerra infinita (Gli Stati Uniti si defilano, l’Europa si divide e il conflitto si trasforma in una guerra di logoramento. Kiev resta formalmente sostenuta, ma sempre più sola. Uno scenario destabilizzante, che potrebbe trascinarsi per anni) e infine l’ipotesi di un accordo forzato e Ucraina neutrale (Un’intesa drastica tra USA e Russia impone a Kiev la perdita di territori e lo status di Paese neutrale. In cambio, Mosca blocca l’offensiva. Una pace imposta più che condivisa).

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