Vai al contenuto

“Stiamo bene insieme”: i messaggi ossessivi di Stefano Argentino a Sara Campanella

Pubblicato: 03/04/2025 07:32

MESSINA – Una relazione mai esistita, alimentata da una persecuzione costante e culminata in un delitto brutale. È questo il tragico epilogo della storia di Sara Campanella, la studentessa uccisa lunedì a Messina da Stefano Argentino, coetaneo e suo presunto stalker. Nel suo telefono, rimangono centinaia di messaggi vocali, prove di un’ossessione mai ricambiata, costruita in solitudine, fino a sfociare in violenza.

La procura parla già di una “strategia molesta” messa in atto da Argentino, che da due anni insisteva con inviti, complimenti, attenzioni non richieste. «Più che una conversazione, era un monologo», raccontano le amiche di Sara. Lei non rispondeva, lui insisteva. Nessun segnale di pentimento, secondo il gip Eugenio Fiorentino, che ha convalidato l’arresto disponendo la custodia cautelare in carcere.

Nell’interrogatorio, Argentino si è limitato ad ammettere i fatti contestati, senza chiarire il movente o dove abbia gettato l’arma del delitto. I carabinieri sospettano che possa trattarsi di un bisturi rubato al Policlinico, dove frequentava i corsi. La madre del ragazzo, secondo il giudice, avrebbe anche tentato di aiutarlo a fuggire, come dimostrerebbe un biglietto trovato in casa.

«È proprio un malato», diceva Sara alle amiche, ma non pensava potesse arrivare a tanto. Non c’erano denunce formali, solo un tentativo di allontanarlo con gentilezza. Una scelta che oggi pesa terribilmente sulla madre della vittima, Cetty Zaccaria, che lancia un appello: «Bisogna sempre denunciare».

Mentre proseguono le indagini e si passano al setaccio file, foto e video sul cellulare di Argentino, resta una domanda sospesa: quante altre storie come questa possono essere fermate in tempo, se solo si ascoltano i segnali? La risposta, ora, è nel grido di una madre che chiede giustizia. E in quel messaggio che Sara non ha mai voluto ascoltare: “Stiamo bene insieme”. Una bugia tragica, costruita nel silenzio.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure