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Colpo di scena in Corea del Sud: destituito il presidente Yoon Suk Yeol, il Paese al voto

Pubblicato: 04/04/2025 08:00

La Corte costituzionale della Corea del Sud ha destituito il presidente Yoon Suk Yeol, confermando l’impeachment per aver violato la Costituzione dichiarando la legge marziale lo scorso dicembre. La decisione, presa all’unanimità dai giudici dopo 111 giorni di esame del caso, sancisce un momento storico: Yoon è il primo presidente sudcoreano a essere arrestato e, seppur temporaneamente, detenuto durante il suo mandato.

Secondo la sentenza, Yoon non si è limitato a proclamare la legge marziale, ma ha anche mobilitato forze militari e di polizia nel tentativo di impedire all’Assemblea nazionale di svolgere le sue funzioni. Un atto definito dalla Corte come una “chiara sovversione dell’ordine costituzionale”.

La destituzione del presidente apre ora la strada a nuove elezioni presidenziali, da tenersi entro 60 giorni. Favorito nei sondaggi è Lee Jae-myung, leader dell’opposizione, che ha accolto con entusiasmo la sentenza, dichiarando che Yoon “è stato licenziato dal popolo dopo aver minacciato la democrazia con pistole e coltelli”.

Il processo penale per insurrezione

Il processo penale per insurrezione, reato punibile con la pena di morte, era già iniziato a febbraio, ma Yoon è stato rilasciato l’8 marzo per irregolarità procedurali. Ciononostante, la tensione nel Paese è rimasta altissima: manifestazioni di massa, sia pro che contro l’ex presidente, si tengono ogni fine settimana nella capitale, spesso con la presenza di decine di migliaia di persone.

Il giorno della sentenza, le autorità hanno blindato l’area intorno alla Corte costituzionale con barriere, forze speciali e posti medici avanzati. Diverse ambasciate straniere, tra cui quelle di Stati Uniti, Francia, Russia e Cina, hanno invitato i loro cittadini a evitare le zone degli assembramenti.

In un clima teso ma segnato dal rispetto delle istituzioni, anche il People’s Power Party, partito dell’ex presidente, ha riconosciuto il verdetto: “È deplorevole, ma accettiamo e rispettiamo la decisione della Corte”, ha dichiarato il deputato Kwon Young-se.

L’intera vicenda rappresenta un terremoto politico e costituzionale che segnerà a lungo la memoria della democrazia sudcoreana.

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