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Dazi USA, l’Europa prepara la contromossa: web tax contro Trump

Pubblicato: 07/04/2025 07:20

Entro il 10 maggio, la Commissione Europea dovrà decidere come rispondere ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. Sul tavolo, una possibile web tax che potrebbe colpire i colossi americani della tecnologia, ma anche lo spettro di un fenomeno economico da incubo: la stagflazione. Una risposta tardiva potrebbe alimentare l’incertezza sui mercati, rendendo ancora più volatile l’andamento delle borse europee.

Oggi a Lussemburgo, i ministri del Commercio dei 27 si incontrano per una prima analisi della situazione. L’obiettivo è duplice: evitare divisioni interne e definire una strategia condivisa su come replicare agli Usa. Al momento, infatti, manca un fronte comune. Il rischio principale, secondo gli osservatori di Bruxelles, è che un’escalation di dazi reciproci possa trascinare l’Europa in una crisi simile a quella degli anni Settanta: crescita zero accompagnata da inflazione crescente.

Il dibattito tra i “falchi” (come la Francia) e le “colombe” (tra cui l’Italia e la Polonia) si fa sempre più acceso. I primi spingono per una reazione immediata e simmetrica, i secondi chiedono prudenza per non alimentare una spirale recessiva. In questo contesto, i tecnici dell’esecutivo europeo valutano un’alternativa: colpire il settore dei servizi, dove gli Stati Uniti registrano un forte surplus, anziché i beni.

La proposta più concreta è proprio una nuova web tax, una sorta di dazio indiretto pensato per le Big Tech come Apple e Meta, già nel mirino per pratiche anticoncorrenziali. L’ipotesi è rafforzata dalla possibilità di affiancare a questa misura anche una stretta sulle normative antitrust.

Intanto, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen prova a rafforzare il fronte diplomatico. Dopo il colloquio con il premier britannico Keir Starmer, oggi parlerà con quello norvegese Jonas Gahr Store. L’obiettivo è chiaro: tenere aperto il canale dei negoziati con Washington, ma essere pronti a varare contromisure proporzionate in difesa degli interessi europei, qualora i dialoghi fallissero.

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