
Imola in lutto per la scomparsa di Virginia Manaresi, storica figura della Resistenza e simbolo della lotta per la libertà e l’emancipazione. Si è spenta all’età di 100 anni, pochi giorni prima dell’80° anniversario della Liberazione.
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Nata il 26 novembre 1924 in una famiglia antifascista, Virginia, detta “Gina”, entrò giovanissima nei Gruppi di difesa della donna, diventando presto una figura chiave del movimento resistenziale e fondando la sezione imolese dell’Udi.
L’arresto e la deportazione
Nel novembre 1944 fu arrestata insieme a otto compagni, pur avendo la possibilità di fuggire. Scelse di restare, per non mettere a rischio la vita del padre. Rinchiusa prima alla Rocca di Imola, venne poi trasferita nel carcere di San Giovanni in Monte, dove fu registrata erroneamente come uomo. A fine dicembre fu deportata come prigioniera politica nel campo di concentramento di Bolzano, da cui riuscì a evadere nell’aprile 1945 con l’aiuto di operai ferraresi. Si unì al movimento partigiano in Val di Non, tornando infine a Imola il 15 maggio 1945.
Un simbolo per generazioni
Virginia Manaresi è stata riconosciuta partigiana del battaglione Montano della brigata SAP Imola dal 15 giugno 1944 fino alla Liberazione. La sua figura è rimasta centrale nella vita politica e sociale imolese: fondatrice dell’Udi locale, presidente dell’Aned di Imola, testimone instancabile della memoria storica. Il sindaco Marco Panieri l’ha ricordata come “testimone diretta della resistenza e simbolo di libertà, coraggio ed emancipazione. La sua voce continuerà a guidarci nella difesa dei valori democratici”.