
Una nuova scossa di terremoto è stata registrata questa mattina, alle ore 9.43, nell’area dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli. Il sisma, di magnitudo 2.4, è stato localizzato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) a una profondità di tre chilometri, con epicentro nella zona della Solfatara, nel comune di Pozzuoli. L’evento, sebbene di moderata entità, si inserisce in un quadro di crescente attenzione e apprensione da parte della popolazione e delle autorità per l’intensificarsi del fenomeno noto come bradisismo.
La scossa odierna è solo l’ultima di una serie di movimenti tellurici che da mesi interessano l’area vulcanica dei Campi Flegrei, una delle più sorvegliate d’Europa per la sua particolare instabilità. Questo territorio, che comprende quartieri popolosi come Bagnoli, Fuorigrotta e appunto Pozzuoli, si trova infatti su una caldera vulcanica attiva, la cui attività non si manifesta attraverso eruzioni frequenti, ma tramite un sollevamento o abbassamento del suolo, il cosiddetto bradisismo flegreo, che può durare mesi o anni.
Negli ultimi anni, le rilevazioni dell’Ingv hanno confermato un trend in aumento del sollevamento del suolo, che ha ormai superato in alcune zone i 100 centimetri dal 2005. Questo movimento, legato alla risalita di fluidi magmatici e idrotermali nel sottosuolo, provoca micro-scosse frequenti e può compromettere la stabilità degli edifici e delle infrastrutture, come già accaduto negli anni Ottanta, quando un fenomeno analogo costrinse all’evacuazione di migliaia di persone da Pozzuoli.
L’attività sismica viene costantemente monitorata attraverso una rete di sensori e stazioni geochimiche e geofisiche che consentono all’Osservatorio Vesuviano (sezione dell’Ingv) di registrare in tempo reale le variazioni nel sistema vulcanico. Il livello di allerta gialla, attualmente in vigore, prevede una vigilanza rafforzata e incontri periodici tra Protezione civile, istituzioni locali e comunità scientifica. L’ipotesi di un passaggio al livello arancione – che implicherebbe misure più stringenti e la predisposizione di piani di evacuazione – è oggetto di discussione, ma al momento non è stato attivato alcun cambio di stato.
Nonostante ciò, la percezione del rischio tra i cittadini cresce. In molti, questa mattina, hanno avvertito distintamente la scossa, segnalando tremori e boati sui social e alle autorità competenti. Alcuni istituti scolastici della zona hanno attivato le procedure di evacuazione, seppur in via precauzionale, come già avvenuto in occasioni simili nelle scorse settimane.
Il territorio dei Campi Flegrei resta dunque in una fase delicata, dove il rischio sismico si somma a quello vulcanico in un equilibrio fragile. Gli esperti ribadiscono che, allo stato attuale, non ci sono segnali di un’eruzione imminente, ma sottolineano l’importanza della preparazione della popolazione e del rafforzamento delle infrastrutture, in un’area in cui vivono oltre mezzo milione di persone.
Nel frattempo, l’Ingv prosegue il monitoraggio costante e invita i cittadini a seguire solo fonti ufficiali, evitando allarmismi ma mantenendo alta l’attenzione. Anche perché la storia geologica dei Campi Flegrei ricorda che, sebbene il vulcano dorma da secoli, la sua potenza resta intatta sotto la superficie.