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Federico Rampini ospite di Parenzo: “Se comandasse Musk sarebbe un mondo migliore”

Pubblicato: 08/04/2025 08:20
Rampini Parenzo Musk mondo migliore

Le nuove politiche commerciali di Donald Trump stanno provocando un vero e proprio terremoto nei mercati finanziari internazionali. Le Borse mondiali registrano forti perdite, mentre il presidente statunitense difende a spada tratta la sua strategia basata sui dazi. Secondo Trump, le barriere commerciali rappresentano la strada giusta per una nuova fase di benessere economico, almeno per gli Stati Uniti.
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Le riserve di Elon Musk

Tra i più noti esponenti del mondo imprenditoriale, anche Elon Musk esprime dubbi sulla bontà della ricetta trumpiana. Pur essendo considerato vicino all’amministrazione, Musk appare scettico sull’efficacia di una guerra commerciale su larga scala, che rischia di colpire proprio le grandi aziende americane. Un punto di vista che crea imbarazzo anche tra certi commentatori progressisti, incerti se criticare o difendere l’imprenditore.

Rampini: “Non è una questione di oligarchi”

A chiarire la situazione interviene Federico Rampini, ospite de L’aria che tira su La7. L’editorialista del Corriere della sera respinge con forza la teoria secondo cui sarebbero gli oligarchi a dettare l’agenda economica di Trump. “Se davvero l’America fosse un’oligarchia – osserva – nulla di tutto questo sarebbe successo. Gli oligarchi hanno bisogno delle frontiere aperte”.

Rampini cita nomi come Musk, Bezos, ma anche colossi come Apple e Microsoft, sottolineando che nessuno di loro ha da guadagnare da una politica protezionista. Anzi, sono proprio questi attori a subire le perdite in Borsa causate dalle decisioni della Casa Bianca.

“Sarebbe meglio se comandasse Musk”

Rampini critica duramente il cosiddetto “teorema degli oligarchi”, definendolo una “pista fasulla” inventata da analisti impreparati. “Non c’è l’oligarchia. Se ci fosse, stareste tutti molto meglio”, ironizza. E conclude: “Sarebbe molto meglio un mondo in cui davvero comanda Musk. A lui vanno bene i dazi zero. Il problema è che Trump è un’altra cosa”.

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