
La condanna a 16 anni di reclusione per Sara Cherici è stata motivata dalla mancata interiorizzazione delle proprie responsabilità e dalla assenza di pentimento. La giovane, una delle cinque persone coinvolte nel grave incidente del 21 gennaio 2023, è stata giudicata colpevole di concorso morale nel tentato omicidio pluriaggravato di Mauro Glorioso, un giovane studente di medicina che è rimasto invalidato a vita dopo essere stato colpito dalla bicicletta lanciata dai Murazzi, a Torino.
La corte, presieduta da Immacolata Iadeluca e con il giudice estensore Federica Florio, ha escluso le circostanze attenuanti per Cherici, rilevando che la sua condotta processuale ha dimostrato una totale mancanza di presa di coscienza del delitto. Le giustificazioni addotte dalla difesa, che parlavano di una ragazza fragile e di una non piena partecipazione all’idea di lanciare la bici, non sono state accolte. Al contrario, i giudici hanno sottolineato che Cherici non ha mai denunciato l’accaduto, e che, anzi, nei giorni successivi alla tragedia, si è preoccupata più di programmare uscite serali con gli amici piuttosto che riflettere sull’accaduto. La pm Livia Locci aveva richiesto una pena di 12 anni, ma la corte ha deciso di comminare una pena più severa, considerando che il delitto ha avuto conseguenze devastanti per la vittima.
La sentenza ha evidenziato che Cherici, pur non essendo stata la persona che ha materialmente lanciato la bici, ha comunque avuto un ruolo centrale nell’incidente, essendo parte integrante di un gruppo che ha pianificato l’atto. I cinque giovani si erano accordati, infatti, per lanciare una bici dalla balaustra dei Murazzi, un atto che, come ricorda la corte, è stato pianificato e messo in atto collettivamente. «Erano legati tra loro, erano un gruppo di persone intime», hanno spiegato i giudici, sottolineando come nessuno dei membri del gruppo abbia preso una posizione di fronte alla tragedia, rimanendo in silenzio e non denunciando l’incidente.
Nei giorni successivi all’incidente, Cherici ha scritto a messaggi su chat con gli altri coinvolti, dove emergeva una totale assenza di rimorso. In una di queste conversazioni, le due ragazze coinvolte nell’incidente esprimono, senza alcun segno di tristezza, il desiderio di «cambiare zona» dopo l’incidente. Nessuno ha mai chiesto scusa a Mauro Glorioso, un comportamento che ha ulteriormente segnato la gravità della sua condotta.