
Svolta nelle indagini sull’omicidio di Claudio Celletti, il 58enne travolto da un SUV lo scorso 4 marzo a Ostia, nel parcheggio vicino all’area cani della Pineta di Acqua Rossa. Questa mattina, su disposizione della Procura di Roma, la squadra mobile della Questura e il X Distretto di P.S. “Lido di Roma” hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere. I destinatari del provvedimento sono due cittadini italiani, ritenuti il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio.
Un delitto maturato tra dissidi e minacce
Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe da ricercare in una serie di liti per la gestione dei rispettivi cani e la convivenza nell’area verde frequentata da padroni e animali. Il contesto, ritenuto inizialmente un tragico incidente, ha preso via via i contorni di un omicidio premeditato, anche alla luce di minacce esplicite di morte rivolte in passato alla vittima.
L’investimento e la fuga
Il pomeriggio del 4 marzo, Claudio Celletti si trovava nel parcheggio vicino all’area cani, con il proprio cane in braccio, quando è stato investito alle spalle da un SUV di colore chiaro, il cui conducente è fuggito a tutta velocità. Dopo giorni di agonia, l’uomo è morto l’11 marzo a causa delle gravi ferite riportate.
Le indagini: testimoni, video e una Jeep Renegade
Grazie ad alcune testimonianze e all’analisi dei sistemi di videosorveglianza, è stato individuato un veicolo compatibile, una Jeep Renegade grigia intestata a uno degli indagati. L’incrocio tra immagini, spostamenti e orari ha permesso di collocare l’auto nel luogo e nel momento dell’investimento, stringendo il cerchio attorno ai responsabili.
L’attività investigativa ha inoltre documentato una rete di rapporti deteriorati tra la vittima e i due arrestati, in particolare legati alla frequentazione quotidiana dell’area cani. Tensioni mai sopite, culminate in un piano deliberato di vendetta.
Il quadro accusatorio
Per la Procura, i due uomini oggi arrestati hanno agito con premeditazione, con un’esecuzione fredda e calcolata, mirata ad eliminare un rivale scomodo. Mentre uno guidava il mezzo, l’altro avrebbe istigato e sostenuto l’azione, assumendo il ruolo di concorrente morale.
Il caso Celletti assume così una dimensione ancora più inquietante, rivelando quanto una faida personale possa trasformarsi in un omicidio efferato, consumato nel cuore di un quartiere popolare e familiare come quello della Pineta di Acqua Rossa.
L’inchiesta ora prosegue per definire tutte le responsabilità e l’eventuale coinvolgimento di terze persone, ma per la famiglia di Claudio Celletti, e per la comunità che lo conosceva, si apre almeno una strada verso la giustizia.