
L’Unione europea ha approvato oggi la sua prima contromossa ufficiale ai dazi imposti dagli Stati Uniti durante la presidenza di Donald Trump. I nuovi controdazi entreranno in vigore in tre fasi: il 15 aprile, il 16 maggio e il 1° dicembre 2025, con l’obiettivo di lasciare spazio alle trattative diplomatiche.
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Tariffe al 25% e 10% su prodotti Usa
Le tariffe previste colpiranno le aziende statunitensi che esportano in Europa, con effetti diretti sui prezzi al consumo nei Paesi membri, tra cui l’Italia. Le aliquote saranno del 25% per la maggior parte dei beni e del 10% per altri, e riguarderanno sia beni di largo consumo sia componenti industriali.
I prodotti coinvolti vanno da motociclette come le Harley Davidson a abbigliamento, calzature, prodotti di bellezza, tabacco, e una lunga lista di materiali per l’industria come acciaio, alluminio, plastica, vetro e legno.
Le tre fasi dei dazi europei
La prima tranche, in vigore dal 15 aprile, comprenderà:
- Motociclette
- Mais, riso, frutta e succo d’arancia
- Lavatrici, lavastoviglie
- Diamanti (tassati al 10%)
- Prodotti per la cura della pelle
- Sigari, jeans, scarpe
Nella seconda fase, prevista dal 16 maggio, saranno colpiti:
- Acciaio e alluminio
- Pollame, manzo, grano, orzo, avena
- Oli vegetali, uova, miele, caffè, spezie, zucchero, gelati
- Tappeti, prodotti in vetro, materie plastiche
- Gomma da masticare, filo interdentale, carta igienica
- Tosaerba, aspirapolvere
Infine, dal 1° dicembre, scatteranno i dazi su:
- Noci, mandorle, semi di soia
Un attacco mirato agli Stati trumpiani?
Alcuni osservatori hanno notato che molti prodotti colpiti provengono da Stati a maggioranza repubblicana, sostenitori di Trump. Il manzo da Kansas e Nebraska, il pollame dalla Louisiana, le lavatrici dal Wisconsin, il legname da North Carolina, Georgia e Alabama. Una scelta che potrebbe avere ricadute politiche interne negli Usa.
Prezzi in aumento, ma non subito
Va precisato che queste tariffe rispondono a quelle già in vigore dal 2018 su acciaio e alluminio, e non ai nuovi dazi annunciati ad aprile da Trump, su cui c’è al momento una sospensione di 90 giorni.
Inoltre, l’aumento dei prezzi al dettaglio non sarà automatico né immediato. Le aziende americane potrebbero assorbire parte dei costi, oppure rinegoziare i contratti per evitare di pesare troppo sui consumatori. Tuttavia, alcune imprese potrebbero decidere di anticipare gli aumenti, facendo salire i prezzi già nei prossimi mesi.