
Una sentenza storica ha cambiato il destino di Francesca Michelon, la donna che per **decenni ha lottato per essere riconosciuta come figlia di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, scomparso nel 2020 per complicanze legate al Covid. Con il pronunciamento del Tribunale civile di Roma, emesso il 9 aprile 2025, arriva il riconoscimento ufficiale: Francesca è la figlia legittima del musicista. La decisione è immediatamente esecutiva e ha effetti profondi sia sul piano personale che su quello patrimoniale.
Dna e verità: la paternità è certa
A fondamento della sentenza, una perizia medico-legale su reperti biologici conservati in strutture sanitarie. Il risultato del test del Dna non lascia dubbi: paternità scientificamente accertata. In vita, D’Orazio non aveva mai riconosciuto Francesca, nata da una relazione con Oriana Bolletta, allora sposata con Diego Michelon, che le diede il cognome. Tuttavia, testimonianze raccolte già nel 2015 raccontavano un’altra verità.
Le testimonianze: da Red Canzian a Lena Biolcati
A confermare il legame tra Stefano e Francesca sono arrivate voci significative, tra cui quella di Lena Biolcati, ex compagna del batterista:
“Stefano sapeva tutto. Diego Michelon gli aveva confessato che Francesca era figlia sua”.
Anche Red Canzian, collega nei Pooh, ha testimoniato in aula:
“Stefano aiutava economicamente Michelon per il mantenimento di Francesca. Era risaputo che fosse nata da una relazione extraconiugale”.
Testamento annullato, eredità da dividere
Con la sentenza, il testamento olografo del 2016, in cui D’Orazio lasciava tutto alla moglie Tiziana Giardoni, è stato annullato. La massa ereditaria, che include anche i futuri diritti d’autore, verrà divisa a metà.
A Francesca Michelon, che oggi ha 40 anni e vive momentaneamente all’estero, spetterà non solo la quota ereditaria, ma anche la possibilità di assumere ufficialmente il cognome del padre.
Risarcimento e valore dell’eredità
Oltre alla riassegnazione dei beni, il tribunale ha condannato Tiziana Giardoni a un risarcimento danni di 60.000 euro. Secondo gli avvocati di Francesca — Francesca Ursoleo, Francesco Stefanelli e Luca Pozzolini — l’eredità, comprensiva dei diritti sulle opere musicali, potrebbe valere milioni di euro.
Una battaglia lunga quarant’anni
Con questa sentenza, finisce il silenzio che ha accompagnato la vita di Francesca per quattro decenni. Un silenzio rotto con la forza di chi ha voluto ottenere verità, dignità e riconoscimento, non solo davanti alla legge, ma anche davanti alla memoria collettiva di uno degli artisti più amati della musica italiana.
Un nuovo capitolo umano e giuridico si apre, con un messaggio chiaro: la verità può aspettare, ma prima o poi viene riconosciuta.