
A pochi giorni dagli Internazionali d’Italia, Jannik Sinner cerca concentrazione, serenità, normalità. E invece, come un orologio svizzero, ecco che Federica Pellegrini torna ad attaccare. L’ex nuotatrice, da sempre schietta e diretta, ha rilasciato una nuova intervista in cui esprime dubbi sul trattamento ricevuto dal numero uno del tennis mondiale dopo il caso Clostebol.
“Sinner è amato e protetto, ma il suo caso è stato gestito in maniera diversa rispetto alla quasi totalità degli altri”, ha dichiarato a Repubblica. Un’opinione legittima, certo. Ma anche piuttosto intempestiva e poco informata, visto che le spiegazioni di Itia e Wada sull’innocenza di Sinner sono state molto chiare. Ma forse Federica non le ha lette. E ora sembra quasi aver preso il posto di Kyrgios come “accusatrice” di Jannik.
Un attacco diretto e pesante
Nel suo intervento, la Divina snocciola la consueta retorica sul rigore antidoping: il location form da aggiornare ogni giorno, la sveglia che suonava ogni sera per ricordarlo, la responsabilità personale anche per le creme usate dallo staff. Ma la stessa cosa, va fatto notare, vale anche per i tennisti. E non si capisce cosa c’entri con Sinner, che è sottoposto esattamente alle stesse procedure.
Federica insiste sul fatto che la squalifica di tre mesi sia stata un’anomalia, un’eccezione alla regola, e sembra dispiacersi del fatto che il nostro numero uno non sia stato fermato per un periodo più lungo. Eppure la Wada ha accettato il patteggiamento, dopo aver valutato le prove, le circostanze, la totale trasparenza del tennista. E ha chiarito di avere controllato tutte le analisi di Sinner per un anno intero senza trovare traccia di anomalie di alcun tipo. Dove sta allora questo favoritismo?

Un’insistenza stucchevole
Il paragone col fisioterapista che “si beve una birra e investe qualcuno”, infilato da Fede nel suo discorso, è francamente infelice. E anche fuorviante. Sinner non ha nascosto nulla, non ha cercato scorciatoie, non ha imbrogliato. Ha dimostrato buona fede, si è sottoposto a verifiche, ha accettato la sanzione. Fine della storia.
Ma evidentemente non per Pellegrini, che sembra non accontentarsi di un verdetto limpido, e pretende un processo eterno. Magari sui giornali, tra una frecciata e l’altra, con toni sempre insinuanti, cosa che non le fa davvero onore.
L’attacco nel momento più delicato
Quest’ultimo intervento arriva proprio alla vigilia del ritorno di Sinner all’attività agonistica, in un momento molto delicato e già ricco di pressioni. E allora viene da chiedersi: era davvero necessario tornare su fatti che, si spera, sono superati e per i quali il tennista italiano ha già sofferto abbastanza?
Non si tratta di negare l’importanza delle regole. Ma a furia di insistere, si rischia di alimentare sospetti inutili, creare tensioni, minare la fiducia. Che sia un campione o un giovane in ascesa, ogni atleta ha diritto a essere giudicato per ciò che fa, non per le ombre che gli si vogliono cucire addosso. Federica Pellegrini rimane una delle figure più carismatiche dello sport italiano. Ma anche le figure carismatiche, ogni tanto, farebbero bene a pesare le parole. Anche perché ora, con buona pace di tutti, è tempo di tennis.