
Massimiliano Mulas, 45 anni, è accusato di aver aggredito una bambina di 11 anni nell’androne di un palazzo a Mestre, riaccendendo le polemiche su come un uomo con numerose condanne per violenza sessuale possa essere ancora libero. La notizia ha scosso l’opinione pubblica, spingendo politici e cittadini a chiedere risposte urgenti dalle istituzioni.
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Un passato criminale inquietante
Mulas, originario di Tempio Pausania (Sassari), è noto alle forze dell’ordine fin dal 1998, quando a Nuoro decapitò un cane per inviare la testa in segno di minaccia a una ragazza. Negli anni ha collezionato numerosi precedenti penali, tra cui:
- Tentato stupro a Cavalese nel 2002;
- Tentata violenza sessuale su due studentesse a Padova nel 2006, per cui fu condannato a otto anni e tre mesi;
- Coinvolgimento in un caso di abuso su minore a Perugia, poi archiviato.
Nonostante questo passato, Mulas è stato rilasciato nel 2021, come confermato dal suo avvocato Ignazio Ballai, che precisa come il suo assistito non sia mai stato dichiarato «socialmente pericoloso», condizione necessaria per l’applicazione di misure preventive secondo la legge italiana.
Un vuoto normativo nel sistema giudiziario
Il caso solleva interrogativi sul sistema legale italiano, che non prevede misure di sicurezza per i condannati se non viene stabilita formalmente la pericolosità sociale. In mancanza di questa dichiarazione, una volta scontata la pena, anche individui con gravi e ripetuti crimini possono tornare in libertà senza restrizioni.

Reazioni politiche e istituzionali
Durissima la reazione politica. Matteo Salvini rilancia la proposta della castrazione chimica per stupratori e pedofili, definendola una soluzione già adottata in altri Paesi europei. Anche il governatore del Veneto Luca Zaia e il patriarca di Venezia Francesco Moraglia si uniscono all’indignazione: “Come può una persona con simili precedenti essere ancora libera?”, chiedono. Una domanda che ora pretende una risposta concreta, per impedire che crimini efferati come quello di Mestre possano ripetersi ancora.