
Il Vaticano è in lutto. Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è deceduto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, alle 7:35, nella sua residenza di Casa Santa Marta. La notizia è stata annunciata ufficialmente dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell, che ha dato lettura del comunicato nella cappella della stessa residenza. La causa della morte è stata identificata in un’emorragia cerebrale, sopraggiunta improvvisamente. Papa Francesco ha lasciato un testamento, dove ha dichiarato: “Seppellitemi in terra, sulla mia tomba solo Franciscus”
Il bollettino ufficiale
Il Vaticano ha reso pubblico il certificato ufficiale che attesta la morte di Papa Francesco, avvenuta alle ore 7:35 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta. Secondo quanto riportato nel documento, il pontefice è deceduto a causa di un ictus cerebrale, che ha provocato prima il coma e infine un collasso cardiocircolatorio irreversibile.
L’accertamento della morte è stato effettuato tramite registrazione elettrocardiotanatografica, come specificato nel certificato firmato dal prof. Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Il documento ufficiale elenca inoltre alcune delle patologie da cui era affetto Papa Francesco: un precedente episodio di insufficienza respiratoria acuta causata da una polmonite bilaterale multimicrobica, la presenza di bronchiectasie multiple, ipertensione arteriosa e diabete di tipo II.
I funerali e il conclave
I funerali del Pontefice si terranno tra sabato 26 aprile, come previsto dalle norme canoniche che stabiliscono la celebrazione delle esequie tra il quarto e il sesto giorno dalla morte. Sarà il Collegio cardinalizio a fissare la data definitiva. Intanto, a partire da mercoledì 23 aprile, il corpo del Papa sarà esposto nella Basilica di San Pietro, dove i fedeli potranno rendergli omaggio per tre giorni consecutivi.
Questa sera saranno apposti i sigilli alla residenza di Casa Santa Marta, sancendo l’inizio del periodo di sede vacante. Il cardinale camerlengo assumerà temporaneamente la gestione degli affari vaticani in attesa del conclave, che inizierà non più tardi del 10 maggio e che eleggerà il successore del 266° Pontefice della Chiesa cattolica.
Il comunicato della Santa sede
La Sala Stampa della Santa sede stamattina ha comunicato così la morte di Papa Francesco: “Poco fa Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: ‘Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino’”.
Roma, il silenzio e le campane a morto in tutta la Capitale
Pochi minuti dopo l’annuncio della sua morte un cupo rintocco ha spezzato il silenzio di questa mattina: tutte le campane delle chiese di Roma e del mondo hanno suonato a morto, annunciando la fine di un’epoca. La sua figura, spesso rivoluzionaria, è stata quella di un pastore che ha saputo parlare al cuore della gente, oltre le barriere del linguaggio ecclesiastico, con gesti e parole che hanno costruito ponti di dialogo e speranza.
Papa Francesco: il cammino del pastore venuto “dalla fine del mondo”
Jorge Mario Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, da una famiglia di origine piemontese. Figlio di un ferroviere e di una casalinga, cresce in un ambiente semplice, segnato da una forte devozione cattolica e da un legame profondo con la comunità. Sin da giovane, mostra una mente brillante e una vocazione alla spiritualità che lo porterà a intraprendere un percorso fuori dagli schemi.
Dopo aver conseguito il diploma di perito chimico, Jorge sente la chiamata alla vita religiosa e nel 1958 entra nella Compagnia di Gesù. Studia filosofia e teologia, si forma come educatore e spirituale e viene ordinato sacerdote nel 1969. Negli anni successivi, ricopre ruoli importanti nella formazione gesuita: è professore, rettore e infine provinciale dell’ordine in Argentina dal 1973 al 1979, in un periodo difficile, segnato dalla dittatura militare. La sua guida è discreta ma decisa, attenta ai poveri e al dialogo, lontana da ogni forma di protagonismo.

Nel 1992, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires. Sei anni dopo, ne diventa arcivescovo. Da quel momento, Bergoglio si distingue per uno stile sobrio ed essenziale: si muove in metropolitana, vive in un modesto appartamento, cucina da solo. La sua azione pastorale si concentra sui poveri, sui migranti, sui giovani. È una figura vicina alla gente, attenta ai bisogni concreti delle periferie sociali ed esistenziali.
Nel 2001 è creato cardinale, ma resta fedele alla sua linea di sobrietà: evita lussi, rifiuta il palazzo arcivescovile e continua a vivere come un prete tra i preti. La sua fama di uomo umile, ma deciso, varca i confini dell’America Latina.
La proclamazione ed il primo discorso del Papa
Il 13 marzo 2013, dopo le storiche dimissioni di Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio viene eletto 266º Papa della Chiesa cattolica, primo Papa gesuita, primo Papa latinoamericano, primo a scegliere il nome di Francesco, in omaggio al Poverello di Assisi e al suo spirito di pace, povertà e fraternità. “Fratelli e sorelle, buonasera”, sono le sue prime parole dalla loggia di San Pietro, pronunciate con una semplicità disarmante che conquista il mondo.
Il pontificato di Papa Francesco è stato segnato da una forte spinta al rinnovamento della Chiesa: una Chiesa “in uscita”, vicina ai poveri, ai migranti, agli ultimi. Denuncia apertamente le ingiustizie sociali, la cultura dello scarto, il cambiamento climatico, l’ipocrisia religiosa. Ha pubblicato encicliche decisive come “Laudato si’” sull’ecologia integrale, e “Fratelli tutti” sulla fraternità e l’amicizia sociale. Ha promosso una Chiesa più sinodale, più partecipativa, dove anche le donne e i laici abbiano un ruolo attivo.
Ha affrontato con decisione la crisi degli abusi, seppur tra ostacoli e resistenze, e si è sempre impegnato per il dialogo interreligioso e la pace, firmando nel 2019 ad Abu Dhabi un importante documento sulla fratellanza umana con l’Imam di Al-Azhar.
Nonostante l’età e alcuni problemi di salute, Papa Francesco ha continuato a viaggiare per il mondo, a visitare luoghi di sofferenza e a farsi portavoce di chi non ha voce. In lui, molti riconoscono un pontefice del popolo, che chiede una Chiesa meno autoreferenziale e più evangelica, fondata sul Vangelo vissuto, più che predicato.
Con il suo linguaggio diretto, il sorriso aperto e il coraggio delle scelte, Papa Francesco rimane un segno profetico del nostro tempo, capace di parlare al cuore dei credenti e dei non credenti, di chi crede ancora nella forza rivoluzionaria della misericordia.