
La morte di Papa Francesco ha segnato un momento di svolta anche sul piano liturgico. Già in vita, Jorge Mario Bergoglio aveva predisposto con chiarezza le modalità delle sue esequie, scegliendo sobrietà, essenzialità e un profondo legame con il suo carisma francescano. La volontà era netta: “Funerali di un Pastore, non di un potente del mondo”, come ha ribadito l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Pontefice.
La seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata da Papa Francesco il 29 aprile e presentata in forma definitiva il 4 novembre, ha introdotto modifiche sostanziali al rito delle esequie papali. Il Maestro delle Celebrazioni, mons. Diego Ravelli, ha spiegato che il nuovo impianto liturgico punta a semplificare e a rendere più trasparente la fede della Chiesa nella Risurrezione. Niente più tre bare (di cipresso, piombo e rovere), niente ostentazioni, niente traslazioni cerimoniali superflue. Solo ciò che è essenziale.
Le novità del rito funebre papale
La prima “stazione”, quella nella casa del defunto, non avviene più nella camera da letto, ma nella cappella privata. Dopo la constatazione della morte, la salma viene deposta direttamente nella bara di legno con inserto di zinco, evitando così i tradizionali passaggi cerimoniali. Viene eliminata anche la prima traslazione verso il Palazzo Apostolico.
Nella seconda stazione, nella Basilica Vaticana, si svolgono l’unica traslazione verso San Pietro, la chiusura della bara e la celebrazione della Messa esequiale. Il corpo del Papa è esposto nella bara aperta, non più su un alto cataletto, e senza pastorale papale accanto, a rimarcare la natura pastorale e non regale del suo ministero.
Sepoltura fuori dal Vaticano
Una delle scelte più simboliche e personali è quella che riguarda la sepoltura: Papa Francesco ha voluto riposo eterno nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si trova l’icona mariana della Salus Populi Romani, alla quale è stato devotissimo. Il nuovo Ordo contempla ora la possibilità esplicita di sepolture papali al di fuori delle Grotte Vaticane, un cambiamento che potrebbe segnare un precedente per i successori.
Novendiali e preghiere
Il testo liturgico prevede anche un quarto capitolo dedicato ai novendiali, le celebrazioni eucaristiche in suffragio del Papa defunto per nove giorni consecutivi. Viene ampliato a quattro formulari liturgici il ventaglio delle preghiere da utilizzare, segno dell’attenzione alla varietà e ricchezza della tradizione.
Con queste scelte, Papa Francesco ha inteso lasciare un’eredità spirituale coerente con l’intero suo pontificato: un richiamo al Vangelo nudo, alla Chiesa povera per i poveri, all’essenzialità del servizio, alla testimonianza più che al potere. Anche nella morte, ha voluto indicare una direzione chiara: quella della fede vissuta con umiltà, fuori dai riflettori del mondo.