
Un nuovo episodio ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza aerea: lunedì mattina, all’aeroporto di Orlando, in Florida, uno dei due motori di un aereo della compagnia statunitense Delta Air Lines ha preso fuoco pochi istanti prima del decollo. Il volo era diretto ad Atlanta, in Georgia, e a bordo si trovavano 294 persone, tutte evacuate in sicurezza attraverso una procedura di emergenza. La compagnia ha confermato che nessuno è rimasto ferito.
L’episodio si inserisce in una serie di incidenti aerei avvenuti negli ultimi mesi, che pur avendo avuto esiti diversi, evidenziano una crescente preoccupazione. A marzo, un aereo della American Airlines aveva preso fuoco dopo l’atterraggio all’aeroporto di Denver, in Colorado. Anche in quel caso, l’incendio non aveva provocato vittime.
A febbraio, invece, un altro aereo si era ribaltato in fase di atterraggio a Toronto, in Canada: anche in quella circostanza, tutti i passeggeri erano sopravvissuti. Ma non sempre la sorte è stata favorevole: a fine dicembre, un velivolo si era schiantato durante l’atterraggio nell’aeroporto di Muan, in Corea del Sud, causando la morte di 179 delle 181 persone a bordo.
Questi casi ravvicinati hanno acceso un dibattito sull’efficienza delle manutenzioni, sulla gestione delle emergenze e sull’effettiva affidabilità delle flotte commerciali, anche in Paesi con standard di volo molto elevati. Le autorità statunitensi e internazionali stanno monitorando la situazione, ma l’impressione è che il settore stia attraversando un momento di particolare criticità.