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Dai van alla scorta: tutte le folli pretese delle delegazioni al Vaticano

Pubblicato: 26/04/2025 10:15

C’è stato chi ha fatto di tutto per avere un invito ai funerali di Papa Francesco, senza riuscirci. Chi l’invito ce l’aveva e ha declinato all’ultimo. Chi si è presentato con la pretesa di entrare in Basilica come fosse un G7: scorta al seguito, corteo d’auto chilometrico e richieste fuori scala. Per chi gestisce il cerimoniale in Vaticano, sono stati giorni da bollino nero. Organizzare i funerali di un Papa è già, di per sé, un’impresa che non ha paragoni. Ma stavolta c’era anche il corteo verso Santa Maria Maggiore, il calendario pieno di turisti e un mondo fuori che traballa tra guerre e tensioni diplomatiche. Risultato: zero spazio per improvvisare o venire incontro ai capricci. Contro ogni forzatura, l’unico argine è stato il protocollo.

Quando Zelensky ha iniziato a vacillare sulla sua partecipazione, il Vaticano aveva già disinnescato un potenziale cortocircuito: nessun rischio che lui e Trump si trovassero fianco a fianco. Un’operazione d’alta scuola: gli Stati Uniti, nel faldone delle delegazioni, sono magicamente passati alla voce “É” di États-Unis d’Amérique. Trump, spostato di lettera, spostato di posto. A chi insisteva per le prime file, la risposta era laconica e definitiva: «Si accomoderà dove previsto». Gentile, ma scolpita nella pietra.

Quel tono vaticano, educato e irremovibile, che mette in riga anche le personalità più esplosive. Una volta lo disse un ministro britannico, secondo il racconto di Ignazio La Russa«Con i terroristi puoi trattare, col cerimoniale vaticano no. Lì ti adegui e basta». Anche in questa occasione, nessun “no” ufficiale, ma tante “riposizioni”. Le delegazioni troppo folte saranno dirottate in aree secondarie, lontano dal cuore della cerimonia. Trump e Macron? Dovranno lasciare a casa metà del loro entourage motorizzato. Niente processioni di SUV: alla Basilica si entra in punta di piedi. Le scorte? Vietate. All’interno, la sicurezza è affare esclusivo della gendarmeria vaticana.

Anche l’abbigliamento non ha concesso libertà creative: vestito scuro, cravatta tono su tono. Ammessi nero, grigio e blu notte — niente colori brillanti. Scarpe nere, niente sneakers. Il velo per le signore? Facoltativo. E guai a sgattaiolare via prima della fine: il feretro uscirà accompagnato dalle autorità religiose, e tutti dovranno restare al loro posto fino all’ultimo passo. L’ultima volta che accadde qualcosa di simile fu ai tempi di Pio XII, ma oggi è ancora più complicato gestire i flussi. Nessun favoritismo.

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