
Il viaggio di Emmanuel Macron a Roma per i funerali di Papa Francesco si è trasformato in una maratona diplomatica che sta facendo discutere la Francia. Nonostante l’annuncio iniziale dell’Eliseo — «In questo periodo di lutto e raccoglimento, il presidente della Repubblica non effettuerà alcun incontro diplomatico» — Macron ha moltiplicato gli appuntamenti di alto profilo, mettendo in luce un attivismo che ha riaperto il dibattito sulla laicità dello Stato francese.
Gli incontri durante il lutto
Dopo una cena informale con Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, Macron ha incontrato, tra gli altri, il premier britannico Keir Starmer, il presidente americano Donald Trump e il leader ucraino Volodymyr Zelensky, immortalato con il gesto amichevole della mano sulla spalla da parte del presidente francese.
Non solo: presso Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata francese presso la Santa Sede, Macron ha proseguito i colloqui con Zelensky e poi ospitato un pranzo riservato con i cardinali francesi che parteciperanno al conclave.
L’interesse per il prossimo Papa
Secondo Le Figaro, Macron avrebbe espresso una preferenza per Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia, considerato vicino alla linea progressista di Papa Francesco. All’incontro erano presenti anche François Bustillo, Christophe Pierre e Philippe Barbarin. Assente invece Dominique Mamberti, impegnato nella cerimonia di sepoltura.
L’interesse di Macron per il futuro del Vaticano non è casuale: un Papa francese sarebbe un enorme successo di soft power per la Francia, storicamente definita «figlia primogenita della Chiesa», un ruolo rievocato in questi giorni di lutto nazionale.
Le polemiche sulla laicità
Le bandiere listate a lutto in tutto il Paese, una pratica abituale alla morte dei Papi, hanno acceso nuove critiche sulla coerenza della laicità francese, principio cardine della Repubblica. Se la sinistra ha subito contestato l’omaggio nazionale, anche ambienti cattolici tradizionalisti, come La Tribune Chrétienne, si sono mostrati preoccupati: il cardinale ungherese Péter Erdö avrebbe denunciato i tentativi di Macron di «sbarrare la strada» alla candidatura del conservatore Robert Sarah, beniamino dell’estrema destra.
Tra fede, potere e diplomazia
L’atteggiamento del presidente francese riporta alla luce il rapporto complesso tra la politica e la religione nella Francia moderna. La presenza attiva di Macron nelle dinamiche vaticane mostra quanto il peso spirituale possa ancora intrecciarsi con le strategie di politica internazionale, anche in una repubblica fieramente laica come quella francese.