
Un episodio di blasfemia ha turbato il raccoglimento in memoria di Papa Francesco, scomparso lo scorso 21 aprile all’età di 88 anni. Durante l’ultima giornata di tutti i campionati di calcio in Italia, è stato osservato un minuto di silenzio in tutti gli stadi, ma allo stadio Benito Stirpe di Frosinone il rispetto per la commemorazione è stato violato da un gesto inaccettabile.
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L’urlo durante il silenzio
Poco prima del fischio d’inizio tra Frosinone e Spezia, gara disputata il 25 aprile e conclusasi sul punteggio di 2-2, un tifoso della squadra ospite ha urlato una bestemmia nel silenzio generale dell’impianto. Un gesto che ha immediatamente attirato l’attenzione e l’indignazione dei presenti, rompendo il clima di raccoglimento previsto per onorare la memoria del Pontefice argentino, spentosi pochi giorni prima.
L’espressione blasfema è stata chiaramente percepita da tutti i presenti sugli spalti, amplificata dall’assoluto silenzio che regnava nel momento della commemorazione. Alla fine del minuto, dagli altri settori dello stadio si sono levati fischi e cori di disapprovazione diretti verso la curva occupata dai tifosi liguri.

La sanzione del giudice sportivo
Il gesto non è passato inosservato nemmeno agli organi ufficiali della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il giudice sportivo, dopo aver analizzato i referti e ascoltato i riscontri audio-video, ha deciso di sanzionare la società Spezia Calcio con una multa di 5.000 euro.
“Ammenda di € 5.000,00 – si legge nella nota ufficiale – alla Soc. Spezia per non avere, un proprio sostenitore, rispettato il minuto di silenzio disposto dalla F.I.G.C. urlando un’espressione blasfema”. Una punizione che, pur non colpendo direttamente il responsabile individuale, ribadisce la responsabilità oggettiva delle società per il comportamento dei propri tifosi, specialmente in occasione di momenti solenni e condivisi.
Il contesto della commemorazione
Il minuto di raccoglimento era stato disposto per commemorare Papa Francesco, figura religiosa e morale di rilevanza mondiale, scomparso dopo anni di pontificato segnati da impegni sociali e appelli alla pace. In tutti gli stadi italiani, dalle serie professionistiche fino ai campionati dilettantistici, si è osservato un momento di silenzio prima delle partite, a testimonianza del rispetto trasversale che la figura del Papa ha sempre suscitato nel Paese.
La vicenda di Frosinone si pone quindi in netto contrasto con quanto avvenuto nel resto del territorio nazionale, dove il minuto di raccoglimento si è svolto in modo composto e rispettoso.
Reazioni e riflessioni
L’episodio ha suscitato una diffusa condanna tra i tifosi, le istituzioni calcistiche e l’opinione pubblica. In molti sottolineano come sia necessario che il calcio, pur mantenendo la sua natura popolare e appassionata, non diventi mai terreno di offesa gratuita o irrispettosa verso figure simboliche e momenti di lutto collettivo.
Il rispetto delle commemorazioni, così come la condanna di gesti offensivi e blasfemi, è un elemento fondamentale per garantire un ambiente sportivo civile e condiviso. Il comportamento di un singolo, in questo caso, ha offuscato l’immagine di una tifoseria intera e ha determinato una sanzione che ricadrà sulla società.
Un richiamo alla responsabilità collettiva
L’ammenda inflitta allo Spezia rappresenta un monito per tutte le tifoserie: il comportamento dei singoli, specialmente in momenti solenni come quello di un lutto nazionale, può avere conseguenze non solo simboliche ma anche materiali. La responsabilità collettiva, su cui si basa il principio delle sanzioni in ambito sportivo, impone a tutti i presenti negli stadi un codice di condotta minimo, che va rispettato a prescindere dalla fede sportiva o dalle convinzioni personali.