
Dopo settimane di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, Vittorio Sgarbi è finalmente tornato a casa. Il critico d’arte e sottosegretario alla Cultura era stato al centro delle cronache per le sue condizioni di salute, che negli ultimi mesi avevano destato preoccupazione. Ora, con le dimissioni dall’ospedale, si intravede uno spiraglio di luce in una fase personale difficile e delicata.
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L’immagine dal balcone durante il corteo funebre
A testimoniare il ritorno nella sua abitazione è stata la compagna, Sabrina Colle, che ha condiviso sui social uno scatto che ritrae Sgarbi affacciato alla finestra, osservando in silenzio il corteo funebre di Papa Francesco. La foto, poi rimossa, mostra il critico di spalle: riconoscibile per i capelli bianchi, lunghi come da abitudine, e per un cappotto che lo riparava dal freddo romano.
Lo scatto ha una forza simbolica. Durante il ricovero del Papa a marzo, Sgarbi si trovava nello stesso ospedale. La loro presenza simultanea al Gemelli ha creato un parallelo quasi cinematografico tra due figure molto diverse, ma unite in quel momento da una comune fragilità.
Mesi difficili e silenzio sulle condizioni
Nonostante le dimissioni, resta alto il riserbo sulle condizioni di salute effettive di Vittorio Sgarbi. Fonti vicine parlano di una fase di depressione acuta, che lo avrebbe portato anche a rifiutare il cibo. A confermarlo era stato lui stesso, in una delle sue ultime dichiarazioni pubbliche prima del ricovero: «Faccio fatica in tutto, ora passo molto tempo a letto», aveva raccontato in un’intervista a Robinson Repubblica.
Parole che hanno restituito il ritratto di un uomo in crisi, lontano dall’immagine pubblica a cui ci aveva abituati: brillante, polemico, presente in ogni dibattito culturale. In quelle righe, invece, emergeva un Sgarbi più umano, vulnerabile, segnato da una sofferenza interiore che ha lasciato il segno.
Il sostegno della famiglia
Determinante per il recupero è stato il sostegno di chi gli è più vicino. Sabrina Colle, compagna di lunga data, e la sorella Elisabetta hanno accompagnato il critico nel suo difficile percorso, garantendogli assistenza e una presenza costante. Proprio loro ora lo assistono nel ritorno a casa, fondamentale per un recupero graduale che, per quanto ancora incerto, rappresenta un passo in avanti. La convalescenza si svolgerà tra le mura domestiche, lontano per ora da apparizioni pubbliche o impegni istituzionali. Una scelta comprensibile, vista la complessità del periodo appena vissuto.

Un ritorno che lascia spazio alla riflessione
Il ritorno di Vittorio Sgarbi a casa rappresenta una buona notizia, ma anche un’occasione per riflettere su quanto la salute mentale resti un aspetto spesso taciuto, anche tra figure di primo piano del panorama culturale e politico. Le parole pronunciate dal critico suonano come un richiamo alla fragilità, che può colpire chiunque, indipendentemente dal ruolo o dalla notorietà.
Oggi, il dibattito su depressione e malattia trova eco anche in questa vicenda, che ci ricorda quanto sia importante guardare oltre l’immagine pubblica, e avere il coraggio di raccontare anche i momenti bui. Vittorio Sgarbi ha iniziato il suo percorso di ritorno alla normalità. Il futuro resta incerto, ma la sua presenza alla finestra, seppur silenziosa, è già un segno di resilienza.