
Un uomo di 65 anni è morto a Cavallasca, in provincia di Como, dopo essere stato colto da un infarto all’interno di una farmacia, dove si era recato per sottoporsi a un elettrocardiogramma. Nonostante l’intervento tempestivo del farmacista, che ha avviato il massaggio cardiaco e allertato il 118, non è stato possibile salvargli la vita: il defibrillatore pubblico, posizionato nella piazza del paese, era infatti scarico.
La notizia, riportata anche dalla stampa locale, ha sollevato forti polemiche. A raccontare quanto accaduto è stato lo stesso farmacista, che sui social ha espresso la sua rabbia: «Lasciare in bella vista un defibrillatore scarico nella piazza del paese è un gesto criminale, ancorché stupido. Ci saranno delle indagini e spero che si farà luce sulle responsabilità».
Il dramma si è consumato nel giro di pochi minuti. Dopo essersi accorto della gravità della situazione, il farmacista ha chiesto a una collaboratrice di recuperare il DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), ma il dispositivo si è rivelato inutilizzabile per mancanza di carica. Quando l’ambulanza è arrivata sul posto, l’uomo era già in condizioni critiche e non ha risposto alle manovre di rianimazione.
Ora si attendono risposte dalle autorità competenti su chi fosse incaricato della manutenzione del dispositivo e se siano state rispettate le procedure di controllo periodico. L’episodio riaccende il dibattito sull’effettiva efficienza della rete di defibrillatori pubblici e sulla necessità di garantirne il funzionamento costante, affinché possano davvero salvare vite.