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Cultura italiana in lutto! È morta proprio lei: insieme una vita

Pubblicato: 01/05/2025 09:54

Non c’era giorno che non pensasse a lei. E non lo sapeva spiegare, almeno all’inizio. Si era allontanato da Roma solo per un mese, un viaggio in Sicilia per ritrovare la famiglia e se stesso, ma quella ragazza — il sorriso, la voce, il modo di ascoltarlo — gli era rimasta negli occhi, nei pensieri, nella pelle. Ogni sera, prima di dormire, compariva come una visione ostinata, nonostante i tentativi di scacciarla. Allora chiese consiglio agli amici d’infanzia, come si fa quando la vita improvvisamente cambia direzione e tu non sai più leggere la mappa. La risposta fu semplice: “Te ne sei innamorato”. Lui che aveva attraversato storie leggere come fossero stagioni, capì in quel momento che questa era un’altra cosa. Una svolta, una radice, un inizio.

Lei, milanese, lo aveva incontrato a teatro. Lui dirigeva uno spettacolo su Pico della Mirandola, il filosofo rinascimentale che aveva acceso la sua immaginazione di giovane laureata. Era stata chiamata ad affiancarlo e lo aveva fatto con la naturalezza di chi si muove nel mondo delle idee con grazia e precisione. Non servì molto: bastò quella breve collaborazione a intrecciare i fili. Quando lui tornò a Roma, la invitò a cena. Lei accettò. Da allora cenarono assieme per più di sessant’anni.

È morta Rosetta Dello Siesto, la moglie di Andrea Camilleri. Compagna di una vita dello scrittore, scomparso nel 2019, gli era stata accanto in ogni stagione della sua esistenza, dai giorni pionieristici in Rai fino al successo internazionale di Montalbano. Aveva condiviso con lui l’intimità della scrittura, leggendo ogni pagina prima che raggiungesse il pubblico, e custodendo con discrezione il cuore di quell’uomo così pubblico e così privato insieme.

Andrea Camilleri raccontava spesso questa storia con la voce un po’ inclinata verso il ricordo, mai verso la nostalgia. Di Rosetta, sua moglie, diceva che non c’era una sola riga che avesse pubblicato senza che lei l’avesse letta prima. Era stata con lui nella Rai del bianco e nero, nei giorni lenti del debutto letterario, poi nell’improvvisa e travolgente popolarità del commissario Montalbano. Sessantadue anni di matrimonio, tre figlie, quattro nipoti, due pronipoti — Matilda, alla quale dedicò Ora dimmi di te, e il piccolo Andrea — sono solo la parte visibile della loro lunga storia d’amore.

“Sono stato un uomo fortunato”, diceva lui. “Se il nostro matrimonio è durato tanto, è stato grazie all’intelligenza, alla comprensione e alla pazienza di Rosetta”. E aggiungeva, con quel tono definitivo che usano gli uomini siciliani quando sentono di avere toccato la verità: “Il nostro rapporto non è mai stato alterato da nessun evento esterno”. Ora che i loro destini si sono riuniti, quella lunga cena insieme può continuare altrove, nel silenzio che solo l’amore sa abitare.

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