
Il mondo cattolico osserva con attenzione ogni mossa dei cardinali più influenti in vista della possibile successione a Papa Francesco. Con il passare degli anni, l’attenzione su chi potrebbe diventare il prossimo pontefice cresce, alimentata dalle dinamiche interne della Chiesa e dai cambiamenti sociali globali. La figura di un cardinale non si limita solo alla sua leadership spirituale, ma spesso rappresenta anche un simbolo di valori, tradizioni e visioni future che potrebbero segnare il corso della Chiesa nei decenni a venire.
In questo contesto, tra i più accreditati papabili emerge una figura di grande rilievo: il cardinale guineano Robert Sarah. La sua influenza, maturata attraverso anni di servizio nelle istituzioni vaticane, ha fatto di lui un protagonista centrale nel dibattito su quale direzione possa prendere la Chiesa nei prossimi anni. Le sue posizioni, spesso conservatrici, hanno suscitato ammirazione e, al contempo, critiche, ma non vi è dubbio che il cardinale sia tra i nomi più discussi per la successione a Papa Francesco.

Il cardinale Robert Sarah: un conservatore in lizza per il post-Francesco
Tra i candidati africani più accreditati per succedere a Papa Francesco, spicca il cardinale guineano Robert Sarah, nato a Ourous il 15 giugno 1945. Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Sarah è noto per le sue posizioni tradizionaliste e il sostegno alla liturgia in latino. Contrario all’ordinazione delle donne e a riforme in materia di omosessualità, il cardinale gode del sostegno delle frange ultraconservatrici della Chiesa.
Formazione e inizio del ministero
Figlio di una famiglia profondamente cattolica, Sarah ha lasciato la Guinea nel 1957 per proseguire gli studi in Costa d’Avorio, completando poi il percorso al seminario di Dixinn, a Conakry. Ordinato sacerdote il 20 luglio 1969, ha proseguito gli studi teologici a Roma e Gerusalemme, specializzandosi in Sacra Scrittura. Tornato in Guinea, è stato parroco a Boke’ e successivamente rettore del seminario dove si era formato. Nel 1979, a soli 34 anni, è stato nominato arcivescovo di Conakry, il più giovane …
Durante la sua guida in Guinea, Sarah si è distinto come difensore dei diritti del popolo africano e promotore della formazione dei sacerdoti. Ha ricoperto ruoli di rilievo, tra cui presidente della Conferenza episcopale della Guinea e consultore della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nel 2001, Giovanni Paolo II lo ha nominato Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, incarico che ha mantenuto per quasi un decennio.
Contrasti con Papa Francesco

Creato cardinale da Benedetto XVI nel 2010, Sarah ha partecipato al conclave del 2013. Con Papa Francesco, ha assunto la guida della Congregazione per il Culto Divino, incarico concluso nel 2021. Tuttavia, la sua relazione con il pontefice argentino è stata caratterizzata da divergenze ideologiche, culminate nel libro scritto con Joseph Ratzinger sul celibato sacerdotale. Sarah è stato spesso critico verso l’influenza del secolarismo sulla Chiesa, paragonando le tendenze liberali al nazismo e al comunismo.
Tra i suoi libri più noti, The Day Is Now Far Spent denuncia il declino del cristianesimo in Europa e le sfide ideologiche poste dalla migrazione. Altre opere significative includono Dio o niente (2015) e La forza del silenzio (2017), scritte con il giornalista Nicolas Diat. Figura di spicco per i cattolici conservatori, Sarah rimane uno dei simboli del tradizionalismo ecclesiastico.