
Il prossimo Conclave, in programma dal 7 maggio, si apre con un imprevisto di natura logistica che ha richiesto una soluzione d’emergenza da parte del Vaticano. Le camere di Casa Santa Marta, da sempre alloggio degli elettori durante la fase di votazione per l’elezione del nuovo Papa, non sono sufficienti per ospitare tutti i partecipanti: tredici dei 133 cardinali attesi non hanno infatti una stanza assegnata nella struttura principale.
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Le camere di Santa Marta non bastano: il Vaticano corre ai ripari
La notizia, riportata dal Messaggero, ha confermato che le 120 camere disponibili presso la residenza vaticana di Santa Marta non riescono a coprire le esigenze logistiche dell’intero Collegio cardinalizio. La scelta obbligata è stata quella di individuare una sistemazione alternativa, cercando di mantenere la stessa rigidità nelle misure di isolamento previste per la riservatezza del processo elettivo.
Dopo una prima ipotesi che prevedeva l’utilizzo del Collegio Etiopico, struttura situata sul colle vaticano e destinata alla formazione dei seminaristi africani, si è optato per una soluzione più vicina e immediatamente disponibile: un edificio retrostante la struttura originaria, ribattezzato “Santa Marta bis”.
Santa Marta bis: da asilo per i figli dei dipendenti a residenza per i cardinali
L’edificio scelto per ospitare i tredici cardinali in eccesso era destinato originariamente a diventare un asilo nido per i bambini dei dipendenti vaticani, noto anche come “Asilo di Santa Marta”. Un progetto che, temporaneamente, dovrà lasciare spazio a un uso diverso ma altrettanto rilevante nella vita del Vaticano.
La decisione è stata definita “dolorosa” da alcune fonti interne, soprattutto per i dipendenti che contavano sull’apertura della struttura per i propri figli. Tuttavia, vista l’urgenza e l’importanza dell’appuntamento ecclesiale, la scelta si è rivelata necessaria. Santa Marta bis garantirà comunque le stesse misure di sicurezza e isolamento previste per gli altri cardinali ospitati nell’edificio principale.
Massimo riserbo e finestre sbarrate
Le operazioni di allestimento sono ormai quasi concluse. Per assicurare la segregazione totale degli elettori, come previsto dal regolamento del Conclave, le finestre delle camere sono state sbarrate, così da impedire qualsiasi forma di contatto con l’esterno. Nessuna comunicazione è ammessa, in modo da tutelare la piena libertà e autonomia delle scelte che verranno compiute all’interno della Cappella Sistina.

L’arrivo e la sistemazione dei cardinali, sia in Santa Marta sia in Santa Marta bis, è previsto per martedì pomeriggio, subito dopo la conclusione della Congregazione generale, momento in cui i porporati definiscono le ultime linee guida prima dell’inizio ufficiale delle votazioni.
Nessuna indicazione sul nome del futuro Papa
Al momento, non trapelano indicazioni su chi potrebbe essere il nuovo Pontefice. Lo ha confermato anche il cardinale Joseph Coutts, arcivescovo metropolita emerito di Karachi, in Pakistan, intervenendo all’arrivo alla decima Congregazione dei cardinali. «Il nuovo Papa? Non abbiamo ancora un nome, ora stiamo solo discutendo. Il Conclave inizia il 7, nelle congregazioni ci stiamo conoscendo», ha dichiarato.
Parole che confermano il clima di massima incertezza e riflessione che precede il momento chiave dell’elezione papale. Le Congregazioni generali infatti servono proprio a questo: confrontarsi, conoscersi meglio e delineare i profili ritenuti più adatti a guidare la Chiesa cattolica in un periodo storico particolarmente complesso, segnato da tensioni geopolitiche, sfide interne e crisi spirituali.
Il Vaticano tra tradizione e necessità pratiche
Questo Conclave 2025 sarà ricordato anche per il delicato equilibrio tra tradizione e adattamento logistico. Il Vaticano si trova costretto a misurarsi con nuove esigenze, anche infrastrutturali, che mettono alla prova la rigidità delle sue regole secolari. La scelta di utilizzare spazi non previsti per ospitare cardinali dimostra un approccio più pragmatico, pur nel rispetto della solennità e riservatezza dell’evento.
In attesa che le porte della Cappella Sistina si chiudano ufficialmente il 7 maggio, l’intero mondo cattolico resta in osservazione, nella speranza che l’elezione del nuovo Papa possa avvenire in tempi brevi e portare nuova luce alla guida della Chiesa universale.