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Francesco Diviesti, cosa gli hanno fatto prima di dargli fuoco: i dettagli shock

Pubblicato: 05/05/2025 16:04

Un rudere abbandonato tra Canosa di Puglia e Minervino Murge. Lì, il 29 aprile, qualcuno ha scoperto il corpo ormai irriconoscibile di un giovane. Chi ha sparato lo ha fatto prima di dare fuoco al corpo. Le fiamme non hanno cancellato tutti i segni. Restano le ferite da arma da fuoco, i colpi che hanno raggiunto Francesco quando era ancora vivo.
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Quel corpo, secondo i primi riscontri, sarebbe quello di Francesco Diviesti, 26 anni, scomparso il 25 aprile da Barletta. Accanto ai resti, gli investigatori hanno trovato dei bossoli, riconducibili a due armi diverse.

Il lavoro degli investigatori

L’autopsia è finita. La dottoressa Sara Sablone, del Policlinico di Bari, ha eseguito gli accertamenti. I genitori del ragazzo hanno riconosciuto un braccialetto e una collanina trovati addosso alla vittima. Serviranno il DNA e i risultati delle analisi per dare la conferma definitiva.

La procura antimafia di Bari ha aperto un fascicolo per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Cinque persone risultano indagate. Tre vivono a Barletta, una a Minervino, ed è il proprietario della villa vicino al rudere. L’altro è un cittadino albanese. Gli inquirenti hanno sequestrato la villa.

Un giovane conosciuto e stimato

Francesco lavorava come parrucchiere, insieme al padre Carlo, in un barber shop della città. Le telecamere del salone lo hanno ripreso per l’ultima volta intorno alla mezzanotte tra il 25 e il 26 aprile.

Nel 2016, Francesco e il padre avevano raggiunto Arquata del Tronto, colpita dal terremoto, per offrire tagli di capelli gratuiti agli sfollati. Un gesto che aveva commosso tutti, riportato anche dalla stampa locale, e che raccontava molto del loro modo di stare accanto agli altri.

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