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Delitto Garlasco, le gemelle K e la «borsa pesante»: il dettaglio che spunta ora. Sempio in caserma

Pubblicato: 15/05/2025 14:08

Il caso Garlasco riparte da capo. Nella nuova inchiesta sulla morte di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007, al momento non ci sono nuovi indagati. Neppure dopo il blitz effettuato mercoledì 14 maggio nelle abitazioni di Andrea Sempio, dei suoi genitori e di due amici che frequentavano casa Poggi durante quell’estate. Tuttavia, due nomi familiari agli investigatori tornano alla ribalta: quelli delle cugine della vittima, Stefania e Paola Cappa, ribattezzate dai media “le gemelle K”.

Giuridicamente, la loro posizione non è cambiata. Sui loro movimenti e contatti sono già stati svolti accertamenti approfonditi nel passato. Ma nuovi dettagli emersi negli ultimi mesi hanno fatto riemergere l’interesse investigativo, sebbene senza conseguenze penali dirette. Ad attirare l’attenzione: una borsa con oggetti pesanti di cui si parla in una testimonianza inedita che coinvolge Stefania, e una lunga serie di messaggi inquietanti inviati da Paola a un amico, che potrebbero gettare nuova luce sull’ambiente familiare e sulle dinamiche di quel tragico giorno.

Una nuova testimonianza, raccolta dalla trasmissione “Le Iene”, racconta che Stefania Cappa, la mattina del delitto, sarebbe stata vista entrare in una casa di corte vicina a via Pascoli, di proprietà della nonna, dove all’epoca viveva il fratello. Non avendo le chiavi, avrebbe chiesto aiuto a una vicina, entrando con una borsa pesante. Poco dopo, sarebbe stato udito un tonfo nell’acqua, proprio nel tratto del canale dove è stato recentemente ritrovato un martello, possibile arma del delitto.

Non è l’unico elemento riemerso. Anche Marco De Montis Muschitta, dipendente comunale, nel 2007 affermò di aver visto Stefania allontanarsi in bici dalla villetta con un oggetto compatibile con un attizzatoio. In seguito, ritrattò dichiarando di essersi “inventato tutto”. Ma nel contesto di questa nuova inchiesta, ogni frammento di testimonianza viene riesaminato con maggiore attenzione.

A far parlare è anche il ruolo della sorella, Paola Cappa. Secondo il settimanale Giallo, agli atti dell’indagine sono stati aggiunti oltre 200 messaggi scambiati tra lei e un amico di Milano. I contenuti, giudicati “significativi”, conterrebbero riferimenti espliciti e disturbanti al delitto. Tra i nuovi nomi che emergono, ci sono anche due amici di Andrea Sempio, sentiti come persone informate sui fatti. Entrambi avevano già dichiarato di non aver avuto rapporti diretti con Chiara e nemmeno con il fidanzato, Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015.

Mercoledì i pm di Pavia, diretti da Fabio Napoleone, hanno disposto perquisizioni mirate nelle abitazioni di Sempio, dei genitori e dei due amici. Nessun decreto ha riguardato invece le gemelle Cappa, il cui coinvolgimento è stato più volte archiviato. L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha chiarito a Fanpage: «Sono state le prime a essere messe nel mirino. Ma vennero fatti tutti gli accertamenti: tabulati, intercettazioni, prelievi del dna».

alberto stasi

Tizzoni ha poi ricordato che nessuna prova ha mai collegato direttamente le sorelle al delitto. «L’assassino indossava scarpe di un numero incompatibile con quelli delle gemelle. E una di loro, al tempo dell’omicidio, aveva una gamba rotta». Nonostante questo, la loro vicinanza alla vittima, il comportamento ambiguo in alcuni frangenti e le nuove testimonianze fanno sì che i loro nomi continuino a circolare, seppur senza implicazioni giudiziarie.

La riapertura dell’inchiesta sembra ora puntare a una revisione totale del contesto, con l’obiettivo di verificare ogni possibile omissione o sottovalutazione degli elementi già presenti nel 2007. Nessuno, al momento, può dire se emergeranno nuovi indizi decisivi. Ma una cosa è certa: il caso Chiara Poggi è tutt’altro che chiuso.

Andrea Sempio in caserma, il motivo

Intanto, nel pomeriggio di giovedì, Andrea Sempio e la madre Daniela Ferrari sono entrati in auto nella caserma dei carabinieri Montebello di Milano per compiere alcune formalità burocratiche relative alle perquisizioni svolte ieri dai militari nell’ambito dell’inchiesta. Accompagnato da una dei legali, Angela Taccia, Sempio è andato in caserma per la restituzione di un telefono cellulare sequestrato. Non si esclude, ad ogni modo, che una volta in caserma vi sia anche un momento di colloquio o vengano poste domande all’indagato.

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Ultimo Aggiornamento: 15/05/2025 17:16

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