
Claudio Corrarati ce l’ha fatta: con una rimonta intensa e una volata finale decisa, è diventato il primo sindaco di centrodestra nella storia di Bolzano. All’una di notte è arrivata la telefonata della premier Giorgia Meloni, che ha definito la sua elezione «una vittoria storica». Corrarati ha superato Juri Andriollo, candidato del centrosinistra ed ex assessore comunale, con uno scarto di appena 2 punti percentuali: 51,03% contro 48,97%, ovvero poco più di 700 voti.
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Il risultato segna una svolta epocale per il capoluogo dell’Alto Adige, da sempre amministrato dalla Democrazia cristiana prima e poi dal Partito democratico in coabitazione con la Svp, il partito che rappresenta la minoranza linguistica tedesca. La sconfitta del centrosinistra pone fine a una tradizione di governo lunga decenni, consolidando l’avanzata del centrodestra anche in territori considerati fino a oggi inespugnabili.

Il peso dell’affluenza e il ruolo dell’elettorato tedesco
Il secondo turno ha visto un drastico calo della partecipazione: l’affluenza è passata dal 52,6% al 42,8%, una flessione di dieci punti che ha colpito soprattutto il centro città, dove è prevalente la comunità di lingua tedesca. È proprio in questo contesto che si inserisce l’interpretazione più diffusa: l’elettorato tedesco avrebbe votato in larga parte per il candidato del centrosinistra, nonostante la Svp non abbia espresso indicazioni ufficiali di voto. Tuttavia, la scarsa affluenza ha limitato l’impatto di questo sostegno, risultando decisiva per l’esito finale.
Fin dall’inizio dello spoglio, Corrarati ha mantenuto la testa della corsa. Il primo dato, arrivato appena quindici minuti dopo la chiusura dei seggi, lo dava avanti di venti punti. Sebbene il margine si sia progressivamente ridotto, non è mai stato superato da Andriollo, che ha inseguito per tutta la notte senza riuscire a colmare il distacco.
Il centrosinistra paga le divisioni interne
Per Juri Andriollo, la sfida è stata difficile fin dal primo turno. Il distacco iniziale di 9 punti percentuali ha sorpreso anche il quartier generale del centrosinistra, che non si aspettava un simile svantaggio. Le difficoltà sono state acuite dalla spaccatura con il Movimento 5 Stelle e il Team K, che non hanno trovato un accordo sul nome del successore di Renzo Caramaschi. In assenza di apparentamenti ufficiali, sono arrivati solo appoggi parziali da candidati delle liste escluse, mentre Corrarati ha potuto contare sull’endorsement delle categorie economiche.
«Abbiamo fatto un grandissimo recupero, ma non è bastato. È stata una bella sfida, peccato per la scarsa affluenza», ha commentato a caldo Andriollo. Per lui, il dato politico più significativo è la profonda spaccatura cittadina: «Un sindaco eletto con una differenza di poche centinaia di voti significa che la città è divisa a metà».
Il centrodestra unito e la voglia di cambiamento
Nel suo primo discorso da sindaco, Claudio Corrarati ha voluto sottolineare la forza della sua coalizione: «Abbiamo dimostrato che si può cambiare. La gente si attende risposte e noi le daremo con i fatti. Del governo di centrodestra ci si può fidare». Un messaggio diretto, che mette l’accento sulla solidità dell’alleanza e sulla fiducia accordata dagli elettori.
L’imprenditore prestato alla politica ha saputo incarnare il desiderio di novità, in una campagna elettorale a basso profilo, ma segnata dalla crescente insoddisfazione per lo status quo. Alla fine, ha prevalso la voglia di cambiamento, e il centrodestra ha colto l’occasione storica per conquistare Bolzano.
Merano torna alla Svp, centrosinistra penalizzato
A Merano, invece, si è registrata una dinamica opposta: la Svp, con Katharina Zeller, ha riconquistato il Comune con un netto 55% contro 45%, battendo il civico di centrodestra Dario Dal Medico. La vittoria è stata favorita anche dall’appoggio del Partito democratico, che in molti ritenevano potesse preludere a un “scambio” con Bolzano. Ma così non è stato, e ora i sindaci italiani in Alto Adige si riducono a due: Claudio Corrarati a Bolzano e Giorgia Mongillo a Bronzolo.