Vai al contenuto

Italia tagliata fuori: l’Europa che conta si stringe attorno a Zelensky. Macron: “Invio truppe? Meloni dice bugie”

Pubblicato: 16/05/2025 16:54

In una sala appartata della capitale albanese, a margine del summit della Comunità Politica Europea, si è consumato un passaggio importante per l’Europa e per l’Ucraina: Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky si sono incontrati a porte chiuse. Al tavolo, cinque leader, un telefono in vivavoce con Donald Trump e una grande assente: Giorgia Meloni. Intanto, Kiev ribadisce che Mosca ha chiesto di cedere territori prima della tregua.

Non una dimenticanza. Non una svista diplomatica. Una vera e propria esclusione politica, pesante come un macigno nel momento in cui si sta ridefinendo l’asse decisionale europeo attorno alla guerra in Ucraina.

Il gruppo dei “Volenterosi” si compatta, Roma resta ai margini

Macron e Starmer hanno guidato un incontro ristretto e simbolicamente potente: i leader dei paesi chiave della linea filoucraina, uniti in un fronte definito ormai dai media europei come quello dei “Volenterosi”, hanno discusso con Trump dei negoziati di Istanbul e delle prossime mosse contro Mosca.

Zelensky, presente di persona, ha ribadito la richiesta di una “forte reazione” in caso di fallimento dei colloqui. Il messaggio è chiaro: chi conta davvero sul dossier ucraino si muove in un cerchio ristretto, influente. E in questo cerchio l’Italia, oggi, non siede.

Starmer: “Allineare le risposte con Trump”. Von der Leyen: “Nuove sanzioni in arrivo”

Dai leader occidentali presenti sono arrivati segnali netti. “La posizione russa è inaccettabile”, ha detto Starmer, aggiungendo che dopo il confronto con Zelensky e il colloquio telefonico con Trump si lavorerà per “allineare le risposte” e mantenere alta la pressione su Mosca.

Nel frattempo, Ursula von der Leyen ha annunciato nuove sanzioni europee in arrivo, chiarendo che l’obiettivo rimane una pace negoziata, ma con strumenti di forza. “Vogliamo la pace, ma non alle condizioni di Putin”, è il sottotesto non detto, ma ben chiaro.

E l’Italia?

La mancata partecipazione di Giorgia Meloni a questo incontro ristretto non è una semplice assenza fisica: è la rappresentazione plastica di un isolamento crescente, di una perdita di peso politico nei tavoli dove si decide davvero. Nonostante la partecipazione formale al summit della CPE, la premier italiana non è stata considerata parte del blocco decisionale che si sta organizzando per gestire le prossime fasi del conflitto ucraino.

Una scelta politica, maturata dopo settimane di segnali ambigui sul posizionamento italiano, tra dichiarazioni ondeggianti, tentativi di bilanciare la linea atlantista con le tentazioni sovraniste, e un’insofferenza crescente per i diktat franco-tedeschi.

Tirana come spartiacque

A Tirana non è cambiato il corso della guerra, ma qualcosa di profondo è successo. La nuova Europa che decide ha fatto outing: ha mostrato il suo volto, ha scelto i suoi alleati, ha definito la sua linea di continuità strategica tra Bruxelles, Londra, Parigi, Varsavia, Kiev e… Mar-a-Lago.

E l’Italia? Rimane a bordo campo. A guardare. In attesa di capire se riuscirà, e come, a rientrare nella partita che conta. Per Meloni il dispiacere maggiore, probabilmente, viene dalla mancata sponda di Trump. La nostra Premier si aspettava un maggiore sostegno, che per ora non è arrivato.

La reazione di Meloni

Meloni: «La mancata presenza? Italia non disponibile all’invio di truppe»

«Ci tengo a dire una cosa rispetto a questo dibattito sulla mancata presenza italiana nelle riunioni tra Gran Bretagna, Francia, Polonia, Germania e Ucraina: io devo ribadire una cosa che ho già spiegato diverse volte, e cioè che l’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità. Credo che sia un fatto di chiarezza e di coerenza». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un rapido punto stampa a Tirana a margine dei lavori del sesto vertice della Comunità politica europea (Cpe).

Macron: “Non abbiamo parlato di invio truppe”

“C’è un errore di interpretazione, non abbiamo parlato di inviare truppe, la discussione era per un cessate il fuoco in Ucraina, domenica e oggi. Guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe”.
    Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa a Tirana rispondendo ad una domanda sulle parole di Giorgia Meloni sul vertice dei Volenterosi in Albania.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 16/05/2025 21:21

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure