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Brexit, cambia tutto: c’è l’accordo

Pubblicato: 19/05/2025 11:19
Brexit accordo reset Ue

Per anni, l’Europa e il Regno Unito si sono guardati da lontano, a volte con diffidenza, altre con nostalgia. Dopo il referendum del 2016, che aveva sancito la Brexit, l’isola e il continente hanno iniziato una separazione tanto storica quanto dolorosa. A ogni confine, dogana e frontiera, si sono materializzate le conseguenze di quella scelta, con costi economici e culturali spesso superiori a quanto previsto.
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Ma il tempo, e gli eventi internazionali, hanno lentamente cambiato la prospettiva. Crisi globali, conflitti alle porte dell’Europa, nuove esigenze di sicurezza e cooperazione economica hanno riportato sul tavolo ciò che fino a poco tempo fa sembrava inaccettabile: un riavvicinamento. Non un ritorno indietro, ma un “reset” politico e strategico.

Il primo vertice Uk-Ue dopo la Brexit

Il segnale più chiaro è arrivato oggi da Lancaster House, nel cuore di Londra, dove si è tenuto il primo grande vertice tra Regno Unito e Unione Europea dalla Brexit. Una giornata storica, che ha visto la firma di due documenti fondamentali da parte del primo ministro britannico Keir Starmer, della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.

Il primo testo sottoscritto è una dichiarazione congiunta sulle sfide comuni che i due blocchi si impegnano ad affrontare insieme. Il cuore dell’intesa riguarda un patto su Difesa e Sicurezza, con la possibilità per il Regno Unito di accedere al fondo Rearm europeo da 150 miliardi di euro. Tuttavia, le imprese britanniche potranno beneficiarne solo formando consorzi con aziende europee, e Londra dovrà versare un contributo annuo, come già accade con la sua riammissione nel programma Horizon, per cui versa 2,5 miliardi di euro l’anno.

Pesano le resistenze francesi e l’opinione pubblica interna

Nonostante l’intesa, restano alcuni nodi. In particolare, la Francia appare riluttante a concedere pieno accesso ai fondi europei. Ma la minaccia rappresentata da Vladimir Putin e l’esigenza di una difesa comune hanno spinto verso una convergenza. Inoltre, il Regno Unito entrerà ufficialmente nel Pesc, la piattaforma di politica estera e sicurezza comune dell’UE. Presente al vertice anche l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri Kaja Kallas.

Il secondo documento firmato, invece, è un memorandum d’intesa su altri settori, che ha già sollevato l’ira dei brexiter. Tra i punti più discussi, il rinnovo per 12 anni dello status quo sulla pesca, che permetterà ai pescherecci francesi e nordici di continuare a operare nelle acque britanniche. Una concessione che ha fatto gridare alla “resa” personaggi come Nigel Farage e le forze euroscettiche, sempre più aggressive sul piano mediatico e politico.

Le tensioni interne al partito laburista

Il premier Starmer si trova in una posizione politica delicata. Alcuni deputati del “Red Wall”, le aree ex operaie dell’Inghilterra settentrionale, temono di perdere consensi in favore del partito Reform UK guidato da Farage. In serata, il primo ministro incontrerà i parlamentari più scettici per rassicurarli e spiegare le ragioni del riavvicinamento all’Unione.

Eppure, i sondaggi indicano che la maggioranza dei cittadini britannici apprezza questo nuovo corso, soprattutto per il tema della mobilità giovanile, che sarà regolata attraverso quote di accesso bilaterali per studenti e lavoratori under 30, senza accesso al welfare.

Semplificazioni doganali e ritorno degli e-gates

Oltre agli aspetti politici, l’accordo porta vantaggi concreti. Le imprese britanniche otterranno agevolazioni sui controlli doganali per prodotti animali e agricoli, a condizione di un allineamento dinamico agli standard Ue. I cittadini del Regno, inoltre, potranno tornare a utilizzare gli e-gates alle frontiere europee, evitando le lunghe code e i controlli manuali imposti nel post-Brexit.

Sullo sfondo rimane la questione Erasmus. L’Ue ha chiesto il ritorno del programma e delle rette universitarie ridotte per gli studenti europei, ma Londra si è mostrata reticente. Possibili concessioni potrebbero riguardare sconti parziali per gli europei, ma difficilmente si tornerà ai livelli pre-Brexit. Infine, buone notizie anche per la cultura: le band musicali britanniche potranno riprendere le tournée europee con meno vincoli burocratici e fiscali.

I prossimi passi

I due testi approvati ora dovranno essere ratificati dal Parlamento britannico e dai 27 Stati membri dell’Unione Europea. Seguirà una conferenza stampa congiunta tra Starmer, Von Der Leyen e Costa. Il vertice si concluderà con un pranzo ufficiale sulla nave da guerra HMS Sutherland.

In un contesto geopolitico fragile e instabile, questo “reset” rappresenta una svolta strategica. Non cancella la Brexit, ma apre un nuovo capitolo di cooperazione tra Londra e Bruxelles, in nome della sicurezza, della prosperità e delle generazioni future.

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