
MILANO – Una partita, un rigore all’ultimo minuto, e un silenzio che vale più di mille parole. Dopo il pareggio contro la Lazio, che con ogni probabilità ha messo fine ai sogni scudetto dell’Inter, nessun tesserato nerazzurro si è presentato in conferenza stampa. È la forma scelta dalla società per esprimere una protesta aperta contro l’arbitraggio, in particolare contro la decisione presa da Daniele Chiffi, al termine di una revisione Var.
Nel mirino c’è il penalty assegnato per un tocco di mano di Yann Bisseck, che pur saltando con le braccia dietro la schiena ha finito per allargare il gomito e deviare il pallone. Un’interpretazione del gesto tecnico che ha fatto infuriare dirigenza, staff e squadra.
La rabbia per le decisioni incoerenti
A esasperare il clima c’è il confronto con episodi analoghi. Il club ricorda quanto accaduto in Lecce-Inter, quando Baschirotto, in una dinamica simile su Lautaro Martínez, colpì il pallone con il braccio allargato. In quel caso, l’arbitro Marinelli, con il supporto Var di Di Bello, non concesse il rigore. Una discrepanza che, secondo l’Inter, mina la coerenza del metro arbitrale in un campionato in cui ogni punto vale.
I sospetti sulla designazione Var

Alla vigilia della gara, la designazione di Marco Guida come assistente Var aveva già suscitato malumori tra i tifosi. Guida, che vive a Napoli, aveva ammesso in una recente intervista a Radio CRC di non sentirsi sereno ad arbitrare la squadra della sua città. Una frase che ha reso ancora più controversa la sua presenza nel team arbitrale in una sfida che poteva decidere la corsa scudetto. Inter, oggi, resta in silenzio. Ma è un silenzio che urla.