
I piedi di Denisa Maria Adas percorrono il marciapiede di via Ferrucci, a Prato, fino a venerdì sera, quando tutto svanisce nel buio. Trent’anni, capelli corvini che scendevano in morbide onde sul viso, un tatuaggio audace sul braccio destro e il nome inciso sulla spalla sinistra: era impossibile non notarla. Giunta da Roma per un fine settimana di lavoro — il solito giro di appuntamenti già fissati — aveva salutato la madre in Torpignattara con un rassicurante «Ci vediamo sabato», poi si era chiusa nella sua stanza al residence.
20:45: un uomo esce in fretta dal palazzo e si allontana senza voltarsi. Nessuno sa se abbia sfiorato Denisa o sia solo un testimone inconsapevole.
23:30: l’ultimo messaggio, un breve «Ciao mamma, sto bene». Poi il silenzio.
La scomparsa: l’allarme lanciato sabato mattina
Sabato mattina, la Fiat Cinquecento rossa di Denisa era lì, parcheggiata e intatta, chiusa a chiave. Niente borsa, nessun telefono, nessuna valigia: come se qualcuno l’avesse portata via senza lasciare tracce. In stanza, i suoi trucchi erano ordinati sul comodino, un paio di tacchi riposti nell’armadio. Chi l’aveva costretta a fuggire? E perché?
La Procura di Prato, su delega del pm Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo per sequestro di persona. Carabinieri e polizia stanno scandagliando le ultime ore: i gestori del residence non hanno video, ma i palazzi vicini sì; chiunque abbia visto o sentito qualcosa diventa ora un potenziale testimone. Si seguono tracce di cellulari, tabulati, movimenti di auto in zona.
“Ho paura di essere ammazzata”
Un’amica senza nome racconta agli investigatori di quel giovedì mattina: «Denisa era agitata. “Ho paura di essere ammazzata” mi ha detto, senza aggiungere altro». Quel piccolo grido di terrore ora rimbalza nelle strade di Prato e nelle chat di chi la cerca. Tocca a loro, alla madre che ha lanciato l’allarme in caserma a Roma, alle amiche e a chiunque abbia un brandello di verità, ricomporre il puzzle drammatico di una donna che non era sola — ma che qualcuno ha voluto far sparire.
Nessuna sarà la stessa città che l’aspettava il sabato: finché Denisa non tornerà, le sue scarpe tacchi, i suoi trucchi, la sua voce rassicurante resteranno sospesi in un capitolo ancora scritto a metà.