
Il mondo del cinema saluta un’icona senza tempo. Una delle attrici più riconoscibili e amate del grande schermo si è spenta nelle scorse ore, lasciando un vuoto incolmabile tra gli appassionati di cinema classico, in particolare quello fantascientifico e noir degli anni d’oro di Hollywood.
Volto simbolo di un’intera stagione cinematografica, la sua carriera ha attraversato studi leggendari e pellicole diventate di culto. Eleganza, carisma e un’immagine impressa nella memoria collettiva: la sua presenza scenica era potente, anche in ruoli brevi ma intensi, capaci di definire l’estetica di un genere.

Si è spenta a 96 anni a Los Angeles l’attrice Kathleen Hughes, celebre per il suo urlo indimenticabile nel film «Destinazione… Terra!» del 1953, pietra miliare della fantascienza americana. L’annuncio della sua scomparsa è stato dato via social dal suo amico e confidente John Jigen Griffin-Atil, scatenando una valanga di messaggi di cordoglio e omaggi da parte di fan e colleghi.
Nata a Los Angeles il 14 novembre 1928 con il nome di Elizabeth “Betty” von Gerkan, Hughes fu notata ancora giovanissima da un talent scout della 20th Century Fox. Dopo un inizio teatrale promettente, debuttò al cinema nel 1948 accanto a Cornel Wilde e Ida Lupino ne «I quattro rivali», e fu poi messa sotto contratto dalla Universal, con la quale raggiunse il culmine della sua carriera.

Il ruolo che le regalò l’immortalità fu però quello nato quasi per caso: nel 1953, durante un test per nuove telecamere 3D, le venne chiesto di sfilare in costume da bagno. Fu così che ottenne una parte minore ma memorabile in «Destinazione… Terra!» di Jack Arnold, tratto da una storia di Ray Bradbury. Il suo urlo di terrore, a mani alzate, divenne uno degli stills più iconici del cinema di genere.
Quell’immagine è sopravvissuta ai decenni, trasformandosi in meme, pubblicità, biglietti d’auguri e persino su pacchetti di preservativi. «Mi dissero solo: “Alza le mani e urla!”», raccontava con ironia. «Mio marito a un certo punto disse basta», aggiungeva divertita. Kathleen Hughes lascia un’eredità visiva e artistica unica, che continuerà a vivere ben oltre il suo ultimo ciak.