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Covid, si sta diffondendo una nuova variante, l’allarme di Bassetti: “Casi raddoppiati”

Pubblicato: 21/05/2025 13:01
Covid nuova variante Bassetti

Cresce l’allerta in Asia per l’aumento dei casi di Covid-19 dovuti alla variante LP.8.1, un sottotipo del virus SARS-CoV-2 appartenente al lignaggio JN.1, emerso in diversi Paesi tra cui Singapore e Hong Kong. Nelle ultime settimane, secondo quanto riportato da fonti sanitarie, i contagi sono aumentati in modo significativo, suscitando l’attenzione degli esperti per il possibile rischio di una nuova ondata globale.
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Il parere di Bassetti: “Calo dell’immunità e attenzione ai Paesi poco vaccinati”

A spiegare l’evoluzione della situazione è Matteo Bassetti, infettivologo e direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Secondo l’esperto, uno dei fattori chiave che stanno favorendo la ripresa dei contagi è il naturale calo dell’immunità dovuto al fatto che molti anni sono trascorsi dalle prime campagne vaccinali. Questo, combinato a un contesto globale di minore attenzione preventiva, sta consentendo al virus di diffondersi più facilmente.

Le preoccupazioni maggiori, ha aggiunto Bassetti in un’intervista ad Adnkronos, riguardano quei Paesi dove la campagna vaccinale non ha raggiunto un numero sufficiente di cittadini. “A Singapore c’è stato un raddoppio dei casi – spiega l’infettivologo – eppure lì si è vaccinato molto. Immaginate cosa potrebbe accadere in un Paese come l’India, dove invece la copertura vaccinale è molto bassa: sarebbe un problema serio”. L’esperto invita quindi alla prudenza e al monitoraggio costante della situazione internazionale, soprattutto nelle prossime settimane.

Una variante presente da tempo ma ora dominante

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la variante LP.8.1 non è una scoperta recente. Il virus è stato rilevato per la prima volta nel luglio 2024, ma è tra marzo e aprile 2025 che ha iniziato a dominare la circolazione in diverse aree del mondo, dagli Stati Uniti al Regno Unito. LP.8.1 discende da KP.1.1.3, a sua volta generata dal lignaggio JN.1, noto per aver alimentato ondate significative di Covid-19 tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Secondo la rivista scientifica The Conversation, che ha analizzato l’andamento della diffusione, l’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato la LP.8.1 nel gennaio 2025 come “variante sotto monitoraggio”, senza inserirla però tra le varianti di interesse o preoccupazione. Ciò non toglie che l’Oms abbia segnalato come le mutazioni genetiche che caratterizzano questa variante possano aumentarne la trasmissibilità e potenzialmente amplificare il rischio sanitario.

Mutazioni genetiche e capacità di diffusione

Tra le caratteristiche più rilevanti di LP.8.1 ci sono le nove mutazioni individuate nella proteina spike, elemento chiave che permette al virus di infettare le cellule bersaglio. Proprio queste modifiche sono considerate responsabili della maggiore capacità di diffusione della variante rispetto ad altre in circolazione. Uno studio pubblicato su The Lancet, che ha confrontato i dati provenienti da vari Paesi, suggerisce che LP.8.1 potrebbe essere più contagiosa della variante XEC, pur mantenendo un livello di infettività più basso rispetto alla JN.1 da cui discende.

Queste osservazioni portano gli esperti a ribadire l’importanza di una sorveglianza attiva, anche se al momento non si registrano segnali allarmanti dal punto di vista clinico.

Sintomi, gravità e vaccini: cosa dicono gli esperti

Una buona notizia riguarda la sintomatologia associata alla variante LP.8.1: dai dati raccolti finora, non sembrano esserci sintomi più gravi rispetto a quelli provocati da altre varianti recenti. L’Oms, in un comunicato di febbraio 2025, ha ribadito che il rischio aggiuntivo per la salute pubblica a livello globale è valutato come “basso”.

Per quanto riguarda i vaccini, secondo gli esperti dell’Oms, quelli raccomandati restano efficaci contro le forme sintomatiche e gravi della malattia. La fuga immunitaria di LP.8.1 è stata giudicata simile a quella della variante XEC, che ha già dimostrato di avere un’immunoevasione limitata nei confronti dei vaccini a mRNA aggiornati, come quelli sviluppati a partire da JN.1 e KP.2.

Monitoraggio e prudenza restano fondamentali

Nonostante il rischio globale non sia al momento classificato come elevato, gli esperti invitano a non abbassare la guardia. La rapida diffusione della variante LP.8.1, anche in Paesi con alti livelli di vaccinazione, suggerisce che il virus mantiene una forte capacità di adattamento. In un contesto internazionale dove la pandemia non è più al centro del dibattito pubblico, mantenere attivo il sistema di sorveglianza virologica è cruciale per prevenire nuove ondate e proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione. Il caso asiatico è un campanello d’allarme che richiama l’attenzione sulla necessità di aggiornare le strategie di prevenzione, puntando ancora una volta su vaccinazioni, monitoraggio e comunicazione chiara con il pubblico.

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Ultimo Aggiornamento: 21/05/2025 15:07

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