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Alberto Stasi, ecco quanto potrebbe prendere di risarcimento se innocente: cifra da capogiro

Pubblicato: 22/05/2025 09:14
Alberto Stasi risarcimento milionario

Si riaccendono i riflettori sul caso Garlasco, uno dei più controversi della cronaca giudiziaria italiana. A 18 anni dal delitto di Chiara Poggi, la procura di Pavia sta valutando nuove ipotesi che potrebbero rimettere in discussione la colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a sedici anni di carcere per omicidio. La riapertura del caso si basa su elementi inediti e piste alternative che portano il nome di un nuovo indagato: Andrea Sempio.
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Nuove ipotesi, vecchi dubbi

Le indagini, che non si sono mai completamente spente, tornano al centro del dibattito con un nuovo filone investigativo. La procura di Pavia sta riesaminando i dati raccolti in diciotto anni alla luce di possibili incongruenze e nuove testimonianze. In questo contesto, il nome di Andrea Sempio riemerge come potenziale sospettato, anche se – al momento – non esistono prove determinanti che lo colleghino direttamente alla scena del crimine.

A essere nuovamente ascoltati dagli inquirenti sono stati sia Alberto Stasi, che sta scontando la pena in carcere, sia Marco Poggi, fratello della vittima. Sempio, invece, si è sottratto all’interrogatorio invocando un cavillo legale. La discrepanza nei comportamenti tra i soggetti coinvolti ha riacceso l’attenzione sulla solidità della condanna inflitta a Stasi.

L’interpellanza in Parlamento: “Stop al carcere per Stasi”

Il clima intorno al caso non resta confinato alle aule giudiziarie. In Parlamento si fa sentire la voce del deputato di Forza Italia, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera, che ha annunciato la presentazione di un’interpellanza urgente al ministro della Giustizia. Il nodo centrale: è legittimo mantenere in carcere una persona su cui la stessa giustizia nutre ora dubbi fondati?

“Nessun cittadino può rimanere privato della libertà personale mentre la stessa giustizia che lo ha condannato coltiva, pubblicamente e processualmente, il dubbio che possa essere innocente”, ha dichiarato Bellomo. L’iniziativa parlamentare mette ulteriore pressione sulle istituzioni giudiziarie, chiamate a bilanciare il rispetto della sentenza definitiva con il principio di giustizia sostanziale.

Il tema del risarcimento per ingiusta detenzione

Qualora Alberto Stasi venisse riconosciuto innocente a seguito di una revisione del processo, si aprirebbe la questione del risarcimento per ingiusta detenzione. Secondo l’avvocato Irma Conti, cassazionista ed esperta in materia penale, il caso potrebbe comportare un indennizzo senza tetto massimo, a differenza di quanto accade in caso di semplice assoluzione. “Non è sottoposto al tetto massimo dei 516.000 euro, ma è illimitato e tiene conto di tutti i danni morali, biologici, di immagine”, ha spiegato Conti a Il Messaggero.

Le tabelle ministeriali prevedono 235,82 euro per ogni giorno di carcere e 117,91 euro per gli arresti domiciliari. Considerando gli anni già trascorsi da Stasi in carcere, il totale potrebbe tradursi in un risarcimento milionario. Ma per l’avvocato il punto centrale resta un altro: “Il risarcimento più importante è quando, se c’è l’errore giudiziario, lo stesso venga sanato e restituisca la vita e la libertà al condannato.”

Una verità ancora da scrivere

La strada verso un’eventuale revisione del processo è lunga e complessa. La condanna definitiva rappresenta un ostacolo giuridico rilevante, ma non insormontabile, se emergessero prove nuove o decisive. La possibilità di un errore giudiziario inizia a essere considerata non più come una suggestione esterna, ma come un elemento processuale sul tavolo della magistratura.

La riapertura del caso Garlasco richiama alla memoria altri celebri casi giudiziari italiani in cui la verità è emersa solo dopo anni di battaglie legali, riflessioni istituzionali e revisioni processuali. In questo contesto, il nome di Alberto Stasi torna al centro del dibattito non solo per il suo passato giudiziario, ma per il futuro che la giustizia italiana potrebbe ancora restituirgli.

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