
ROMA – Un appello senza precedenti è stato lanciato oggi da Palazzo Chigi al termine dell’incontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro danese, Mette Frederiksen. I due leader hanno annunciato la sottoscrizione di una lettera congiunta – condivisa da Austria, Belgio, Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia e Repubblica Ceca – con cui chiedono di avviare un dibattito politico a livello europeo sulle convenzioni internazionali in materia di migrazione.
«Con Mette ci siamo confrontate soprattutto sul tema migratorio», ha spiegato Meloni. «A distanza di decenni dalle stesure originarie, dobbiamo domandarci se le norme a cui siamo vincolati siano ancora strumenti efficaci per affrontare le sfide globali di oggi».
La missiva – redatta in inglese per coinvolgere direttamente Bruxelles – riconosce il valore dei diritti umani e dello Stato di diritto che sorreggono l’Europa. Tuttavia, sottolinea che «molte convenzioni sono nate nel secondo dopoguerra e non tengono conto della portata attuale dei flussi migratori irregolari». Secondo i firmatari, il permanere in vigore di interpretazioni giurisprudenziali «eccessivamente rigide» limita oggi la capacità degli Stati di espellere cittadini stranieri autori di gravi reati e di adottare misure efficaci contro gli abusi di sistemi umanitari da parte di Paesi ostili.
I punti chiave del documento
Maggiore margine di manovra per l’espulsione di stranieri condannati per reati gravi (violenza, droga) anche quando la Corte di Strasburgo ne ostacoli l’allontanamento;
Strumenti nazionali per monitorare i criminali non espellibili, garantendo in ogni caso la tutela delle vittime e della sicurezza pubblica;
Contromisure efficaci contro Paesi che strumentalizzano i migranti alle frontiere per scopi geopolitici.
«Siamo consapevoli della delicatezza di questa discussione – recita il testo – e prevediamo critiche sui rischi di indebolimento dei diritti. Ma riteniamo di rappresentare il sentire di molti cittadini europei e di dover usare il nostro mandato democratico per ristabilire un equilibrio fra tutela umanitaria e sicurezza».
A chiudere la conferenza, Meloni ha annunciato che l’Italia lavorerà con gli altri firmatari per promuovere il dibattito sia in seno all’UE sia presso il Consiglio d’Europa, auspicando che l’iniziativa possa tradursi rapidamente in proposte concrete di modifica dell’interpretazione delle convenzioni sui diritti dell’uomo. «Dobbiamo garantire strumenti moderni per dare risposte ai cittadini e rimodernare la cooperazione europea», ha concluso il premier danese Frederiksen.
Ora la palla passa al Consiglio europeo, dove la partita sulle convenzioni migratorie potrebbe aprire un nuovo capitolo nella politica di asilo e rimpatri.